Can Yaman tra Sandokan e la nuova serie spagnola: un autunno a tutta adrenalina.
L’autunno 2025 parla turco, o meglio parla la lingua di Can Yaman, che in Italia e in Europa continua a catalizzare l’attenzione tra fiction, set e red carpet. A dicembre lo vedremo protagonista di Sandokan, la serie evento di Rai 1 che promette scenari spettacolari, azione e passione. Ma mentre in Italia cresce l’attesa per il debutto della Tigre della Malesia, dall’altra parte della penisola iberica il divo turco ha già acceso i riflettori su un altro progetto: una nuova serie spagnola di cui si sa ancora pochissimo, ma che sta già facendo discutere. Il confronto è inevitabile: Sandokan rappresenta la sfida più ambiziosa della sua carriera, un ruolo iconico che porta sulle spalle decenni di storia televisiva, mentre il progetto spagnolo sembra andare in una direzione opposta, più contemporanea e misteriosa.
La produzione di Sandokan è una delle più imponenti degli ultimi anni. Budget milionari, riprese tra Roma, Calabria e l’isola di La Réunion, un cast internazionale e la promessa di riportare in vita l’epopea di Emilio Salgari con un linguaggio moderno. Can Yaman ha raccontato più volte di aver considerato questo il “ruolo della vita”, un impegno fisico e artistico enorme: mesi di allenamento, studio del personaggio e lavoro sulle scene d’azione. Il pubblico lo aspetta per vederlo trasformarsi in un leader magnetico, pronto a guidare ribellioni, a combattere battaglie epiche e a vivere il grande amore con Marianna. Sandokan punta a un pubblico trasversale, tra nostalgici dello sceneggiato con Kabir Bedi e nuove generazioni affascinate dalla serialità internazionale.
Il mistero del set spagnolo per Can Yaman: Kaplan e il “doppio gioco”
Se in Italia sappiamo esattamente cosa aspettarci, in Spagna la situazione è diversa. Yaman ha confermato di essere impegnato su un nuovo set, mostrando addirittura un copione in spagnolo e raccontando di aver studiato la lingua per oltre un anno. Il suo personaggio dovrebbe chiamarsi Kaplan, e già questo nome evoca un tono più urbano, forse legato al mondo del thriller o dello spionaggio. Le indiscrezioni parlano di un “doppio gioco”: non è chiaro se si tratti di una trama di intelligence, di un noir psicologico o di una storia con risvolti legati a più identità. Quel che è certo è che la serie sarà diversa da Sandokan: meno avventura classica, più tensione narrativa e introspezione.

Questa scelta conferma l’ambizione di Yaman di diversificare i ruoli, evitando di rimanere incastrato in un solo genere. Dopo le dizi romantiche che lo hanno reso popolare, il salto verso una produzione europea di taglio drammatico e misterioso potrebbe rafforzare la sua immagine di attore internazionale. Con Sandokan e il progetto spagnolo, Can Yaman si prende di fatto l’autunno delle serie. Da un lato una produzione Rai che gioca la carta del grande evento televisivo, dall’altro una sfida in Spagna che lo consacra come artista in grado di muoversi su più set contemporaneamente. Il pubblico si divide tra chi sogna di vederlo pirata con la sciabola in mano e chi è curioso di scoprire Kaplan e i misteri che lo circondano. Ma la verità è che entrambe le strade portano nella stessa direzione: consolidare un percorso internazionale che, a 35 anni, sta entrando nella sua fase più matura e ambiziosa.
