Ci sono film che non appartengono solo al cinema, appartengono alla memoria collettiva: World Trade Center è uno di questi e stasera in tv torna in prima serata su LA7d, alle 21:20.
Era il 2006 quando Oliver Stone, già autore di opere controverse come Platoon, JFK e Nato il quattro luglio, decide di affrontare una delle ferite più dolorose della storia americana recente. Il risultato è un film che mette al centro non solo la tragedia, ma soprattutto l’umanità di chi ha lottato per vivere. La scelta di affidare i ruoli principali a Nicolas Cage e Michael Peña non fu casuale. Entrambi portano sullo schermo volti segnati, sguardi autentici, fragilità che diventano forza. Con loro, attrici intense come Maria Bello e Maggie Gyllenhaal, capaci di trasformare il dolore privato in un racconto universale.
Il film fu accolto con attenzione e rispetto. Ottennero riconoscimenti importanti: il Hollywood Movie of the Year per Oliver Stone, candidature agli ALMA Awards e agli Irish Film and Television Awards. Non un kolossal spettacolare, ma un’opera che parlava dritto al cuore.
La trama segue due poliziotti della Port Authority of New York, John McLoughlin (Cage) e Will Jimeno (Peña). Dopo l’attacco al World Trade Center, entrano nelle torri per soccorrere i civili. Pochi minuti dopo, il crollo li intrappola sotto le macerie. Attorno a loro, il silenzio. La paura. Ma anche la volontà di resistere. Sopravvivono solo loro due. Il pensiero delle famiglie diventa l’arma più potente contro il buio. Accanto alle loro storie, il film mostra il coraggio dei soccorritori, interpretati da attori come Michael Shannon e Stephen Dorff. Uomini comuni, pronti a rischiare tutto per salvare vite.
Il valore del film sta nel suo sguardo. Oliver Stone non punta sul sensazionalismo. Non cerca lo spettacolo della tragedia. Sceglie invece la dimensione intima. I respiri affannosi, la polvere che soffoca, le allucinazioni tra sonno e dolore. Una prospettiva che ci trascina dentro l’angoscia, ma anche nella speranza. Questa autenticità non è frutto di invenzione. È stata costruita con la collaborazione diretta dei veri McLoughlin e Jimeno. I loro racconti, le testimonianze delle famiglie, i ricordi dei soccorritori. Tutto contribuisce a dare realismo e verità.
Oggi, a quasi vent’anni dall’uscita, World Trade Center continua a emozionare. Non solo per la memoria di un evento che ha cambiato il mondo. Ma perché racconta l’essenza stessa dell’essere umano: la capacità di resistere quando tutto sembra perduto. Il film ha influenzato anche opere successive. Dopo United 93, è stato uno dei primi titoli a portare su grande schermo l’11 settembre. Ha aperto la strada a film come Molto forte, incredibilmente vicino e a numerosi documentari che raccontano il trauma con la voce dei sopravvissuti. La sua eredità è evidente in tutto il cinema che cerca la verità dentro la tragedia.
Non è solo una proiezione. È un appuntamento con la memoria, con la dignità di chi ha resistito. Un film che commuove, scuote e lascia senza fiato. Guardarlo stasera in tv significa non dimenticare, ma soprattutto riscoprire la forza della vita.
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