King Kong lascia Netflix: il kolossal di Peter Jackson disponibile ancora per pochi giorni.
Mancano meno di quattro settimane a un addio che i cinefili sentiranno come un piccolo tradimento. King Kong (2005) di Peter Jackson sparirà dal catalogo Netflix il 2 ottobre, e con lui uno dei progetti più ambiziosi, imponenti e spettacolari mai realizzati a Hollywood. Restano davvero pochi giorni per rivederlo (o scoprirlo per la prima volta) in streaming, nel suo massimo splendore digitale. Quando Jackson annunciò di voler riportare in vita il mito di Kong, appena due anni dopo la trilogia de Il Signore degli Anelli, l’attesa era alle stelle. Il regista neozelandese aveva davanti la sfida di confrontarsi con un classico assoluto del 1933, amato e venerato come “l’ottava meraviglia del mondo”. Il risultato? Un film capace di rispettare l’eredità del passato e, al tempo stesso, di spingersi oltre, grazie a un uso pionieristico della performance capture e degli effetti visivi digitali.

Le sequenze ambientate a Skull Island ancora oggi tolgono il fiato: i dinosauri, le creature preistoriche, l’epicità degli scontri corpo a corpo con Kong. Tutto porta la firma di un autore che concepisce il cinema come esperienza immersiva totale, fatta per lasciare lo spettatore senza fiato. Il cast stellare contribuisce a rendere il film un evento. Naomi Watts, intensa e luminosa, dona profondità al personaggio di Ann Darrow, trasformando la classica “damsel in distress” in una donna capace di guardare la bestia negli occhi e riconoscerne la fragilità. Ma il vero miracolo porta il nome di Andy Serkis, che dietro i movimenti e le espressioni di Kong crea un personaggio vivo, emotivo, indimenticabile. È lui il ponte tra il titanico gorilla e lo spettatore, in un’interpretazione che ha riscritto la storia della recitazione digitale.
Premi, incassi e riconoscimenti per King Kong, via da Netflix il 2 ottobre
Non è solo spettacolo: King Kong è stato un trionfo anche per critica e Academy. Tre Premi Oscar (effetti speciali, sonoro e montaggio sonoro), incassi globali miliardari e un’accoglienza calorosa che lo hanno consacrato come uno dei più grandi kolossal del nuovo millennio. A quasi vent’anni dall’uscita, il film conserva la stessa potenza. Non è solo una storia d’avventura. È un racconto universale di incomunicabilità, diversità e desiderio di essere compresi. L’ultima scena sull’Empire State Building resta un pugno nello stomaco: non muore un mostro, ma una creatura capace di amare.
Il fatto che sparisca da Netflix il 2 ottobre aggiunge un’urgenza speciale: poche settimane per tuffarsi in tre ore di spettacolo totale, per riscoprire un’opera che ha segnato un’epoca e che, difficilmente, rivedremo presto disponibile in streaming così facilmente. Se amate il grande cinema, non lasciatevelo scappare: King Kong è più di un film. È un rito collettivo, un monumento di pixel ed emozioni che merita di essere rivisto sullo schermo più grande che avete in casa.
