Ci sono film che non urlano, che non cercano il centro della scena con effetti speciali o colpi di scena a tavolino: Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato – disponibile su RaiPlay – appartiene a questa categoria rara. Arrivato in sordina nel 2023, diretto da Sonja Heiss, il film tedesco porta sullo schermo la vita di Joachim Meyerhoff, autore e attore che ha fatto della sua memoria un’arma narrativa potentissima.
È un racconto che intreccia intimità e storia collettiva. Meyerhoff è cresciuto dentro un ospedale psichiatrico diretto dal padre. Un luogo unico, che diventa cornice e protagonista. Un mondo abitato da fratelli, pazienti, medici, madri sognanti e padri impegnati a cambiare la società. Lì prende forma l’identità di Josse, il bambino che attraversa gli anni ’70, l’adolescente che combatte negli anni ’80, l’adulto che cerca risposte negli anni ’90.
Arsseni Bultmann presta il volto al piccolo Joachim, mentre Camille Loup Moltzen lo interpreta adulto. Accanto a loro, Devid Striesow e Laura Tonke nei panni dei genitori Richard e Iris. Una famiglia insolita ma vibrante, in cui la normalità convive con l’imprevisto. Una comunità in cui la follia non è mai stigma, ma parte integrante dell’esistenza.
Il film non ha trovato clamore immediato nelle sale. Altri titoli, più roboanti, lo hanno messo in ombra. Ma ha avuto la sua consacrazione altrove: ha aperto la sezione Generation alla 73ª Berlinale, ricevendo un’accoglienza calorosa. Critica e pubblico hanno riconosciuto la delicatezza con cui la regia affronta un tema difficile, senza mai cadere nel pietismo o nella semplificazione.
La voce letteraria di Joachim Meyerhoff era già nota. Il romanzo da cui nasce il film aveva conquistato il Premio Bottari Lattes Grinzane, oltre alle candidature all’Ingeborg Bachmann Preis e al Deutscher Buchpreis. Una conferma che la sua scrittura autobiografica, capace di mescolare ironia e dolore, era già un riferimento. La trasposizione cinematografica ne conserva lo spirito, con immagini sospese e un ritmo fatto di pause e respiri.
La quotidianità raccontata non è mai banale. Ogni gesto, ogni dialogo, ogni silenzio diventa un frammento di formazione. Una madre che sogna l’Italia. Un padre che vuole abbattere i muri dell’istituzione psichiatrica. Un figlio che osserva e impara, facendo della diversità un valore. Lo spettatore entra così in un microcosmo che riflette temi universali: identità, appartenenza, alterità.
Su RaiPlay questa storia diventa occasione rara. Non è solo un invito alla visione. È un modo per interrogarsi sul nostro modo di guardare la fragilità, la malattia, i legami familiari. È cinema europeo nella sua forma più pura: intimo, sincero, capace di parlare a tutti con sguardo umile.
L’importanza di Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato non si esaurisce nella sua trama. Ha aperto una strada. In Germania, il successo letterario e cinematografico ha dato nuova linfa al genere autobiografico. Ha spinto altri autori e registi a raccontare la salute mentale senza veli, senza filtri, senza timore di essere giudicati.
La regia di Sonja Heiss ha scelto una via coraggiosa: raccontare senza giudicare. Lasciare che siano i volti, gli sguardi, i gesti a parlare. Il risultato è un equilibrio tra dramma e commedia che non consola ma accompagna. È la vita, con le sue contraddizioni, a emergere con forza.
Oggi, nel panorama audiovisivo europeo, il film viene considerato uno dei più toccanti e originali degli ultimi anni. Non solo per la delicatezza della regia, ma per il modo in cui apre un dialogo con chi guarda. Non cerca risposte definitive. Suggerisce invece la possibilità di convivere con le domande.
Chi ama il cinema europeo autentico, lontano dalle formule preconfezionate, troverà qui un punto di riferimento. Non è un caso se molte produzioni successive, per cinema e TV, hanno ripreso quell’approccio umano alla salute mentale. Il film di Heiss e Meyerhoff ha mostrato che si può parlare di dolore e fragilità senza retorica, restituendo dignità e umanità a ogni personaggio. Oscurato dal clamore di altri film, oggi questo gioiello è lì, a portata di click, pronto a lasciare un segno. Non lasciarlo scivolare via. Certe storie meritano di essere viste quando si ha la possibilità di incontrarle.
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