La ruota gira davvero: da Amadeus a De Martino, quando la tv cambia i suoi campioni

La Ruota della Fortuna travolge Affari Tuoi: successo clamoroso e polemiche senza fine con un pensiero rivolto ad Amadeus.

Negli ultimi giorni l’access prime time italiano ha trovato un nuovo protagonista: La Ruota della Fortuna. Il ritorno del game show su Canale 5, guidato da Gerry Scotti, ha ribaltato ogni pronostico superando per più sere consecutive Affari Tuoi e portando Mediaset a festeggiare un trionfo che mancava da tempo in questa fascia. Numeri alla mano, parliamo di oltre 4,3 milioni di spettatori e il 24,6% di share nella serata del 4 settembre 2025, un risultato che ha messo in difficoltà la corazzata Rai 1, ferma a poco più di 4 milioni con il 22,7%. Una differenza sottile, ma sufficiente per cambiare la narrativa televisiva del momento: Scotti da “eroe popolare” è diventato il simbolo della riscossa, mentre De Martino ha assaggiato l’amarezza di una sconfitta che in molti hanno definito “storica”.

E qui nasce il problema. Perché il tifo da stadio è esploso sui social: da un lato i fan che incensano Scotti come il salvatore di Mediaset, dall’altro quelli che bollano De Martino come un perdente senza appello. E non è tutto: Mediaset ha scelto di sottolineare i dati con comunicati e collegamenti in diretta, rivendicando pubblicamente il risultato. Una strategia legittima, certo, ma che ha alimentato ulteriormente la polarizzazione. La verità è che questo clima da curva non fa bene a nessuno. De Martino non ha rilasciato dichiarazioni: ha continuato a fare il suo lavoro con Affari Tuoi senza lanciare frecciate né commentare i risultati. Gerry Scotti, dal canto suo, ha accolto il successo con la consueta sobrietà e una foto su Instagram. Pier Silvio Berlusconi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, parlando di meriti e un gioco che mette al primo posto la lingua italiana, non la fortuna e basta. Le tifoserie, invece, hanno trasformato una sfida televisiva in una guerra di slogan, dimenticando che in tv i numeri possono cambiare da un giorno all’altro.

Amadeus e la lezione di un anno fa

Il caso di Amadeus è ancora fresco nella memoria. Meno di un anno fa, il conduttore che aveva portato al trionfo Affari Tuoi e rilanciato il Festival di Sanremo decise di lasciare la Rai per approdare al Nove. Firmò un contratto importante, motivato dal desiderio di nuove sfide. La scelta scatenò un’ondata di critiche. C’era chi lo definiva ingrato, chi lo bollava come presuntuoso, chi lo vedeva già finito. Poi arrivò il debutto di Chissà chi è, un access prime time che non decollò mai. Lo share si fermava al 3-4%, con punte al ribasso sotto il 3%. Risultati impietosi se confrontati con i 25% che lo stesso Amadeus garantiva su Rai 1 pochi mesi prima.

Eppure, anche in quel caso, a far rumore non furono tanto i numeri, quanto il tifo tossico. La stessa narrazione che oggi incorona Scotti e abbatte De Martino. Una dinamica paradossale, che ricorda a tutti una regola semplice: la ruota gira, sempre. Amadeus lo sa bene: da campione assoluto a volto in difficoltà, e domani chissà. Lo stesso destino può toccare a chiunque, perché la televisione vive di cicli, mode, nostalgia e colpi di scena. Trasformare tutto in un derby alimenta solo rancori inutili. Alla fine, quello che resta sono i programmi e il pubblico che li guarda. E Gerry Scotti lo ha ricordato nel modo più elegante: facendo il suo lavoro, ma prendendosi meritatamente insieme all’azienda, tutto quello che sta giungendo alla loro corte. La tv dovrebbe ripartire da qui, lontana dal tifo e più vicina a chi ogni sera sceglie cosa guardare.