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Oltre 1 miliardo al botteghino, Leone d’Oro e Oscar: Netflix sta per togliere il film più sconvolgente del decennio

Accade di rado che un cinecomic diventi un fenomeno culturale globale: è successo con Joker, il film diretto da Todd Phillips che – ora disponibile su Netflix – nel 2019 ha ribaltato le regole del genere supereroistico. Non più solo azione o spettacolo visivo, ma una discesa psicologica nell’abisso umano. Un viaggio disturbante che ha conquistato il pubblico e i festival, fino a ottenere il Leone d’Oro a Venezia e due Oscar. Ora, però, questo capolavoro lascia la piattaforma streaming. L’ultimo giorno utile per vederlo è domani, venerdì 5 settembre.

Il successo fu immediato. Con un budget di circa 55 milioni di dollari, il film incassò oltre 1 miliardo, diventando il vietato ai minori più redditizio della storia. Una cifra enorme, soprattutto per un’opera così autoriale. Merito della potenza della storia, della regia spiazzante e soprattutto della performance di Joaquin Phoenix. La sua interpretazione di Arthur Fleck – il fragile clown che si trasforma in Joker – resta una delle prove più radicali mai viste sul grande schermo. Per questo l’attore vinse la statuetta come miglior protagonista, mentre la colonna sonora originale firmata da Hildur Guðnadóttir ottenne anch’essa l’Oscar.

Joaquin Phoenix, Joker su Netflix

Joker sta per lasciare Netflix: il film che ha cambiato per sempre i cinecomic

Ambientato in una Gotham City degradata e violenta negli anni Ottanta, il film racconta la storia di Arthur Fleck. Un uomo ai margini, con un disturbo che lo porta a ridere in modo incontrollato. Vive con l’anziana madre Penny, interpretata da Frances Conroy, e sogna di diventare cabarettista. Ma la realtà lo respinge. Deriso, umiliato, tradito. Finché la rabbia e la sofferenza esplodono, trasformandolo nell’icona anarchica che il mondo conosce come Joker. Una parabola tragica che riflette temi universali: emarginazione, solitudine, alienazione.

Il cast è stellare. Accanto a Phoenix brillano Robert De Niro, nel ruolo del conduttore televisivo Murray Franklin, e Zazie Beetz, che presta il volto alla vicina Sophie. Ogni personaggio contribuisce a costruire un mosaico di oppressione e ingiustizia sociale. Non si tratta solo della nascita di un villain, ma della radiografia di una società malata. Una Gotham che somiglia fin troppo alle nostre città contemporanee.

Non sorprende che Joker abbia vinto il Leone d’Oro alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia, evento raro per un film tratto da fumetti. Le sue undici nomination agli Oscar hanno consolidato il mito. Oltre all’Academy, sono arrivati i riconoscimenti ai Golden Globe e ai BAFTA. Un consenso critico e popolare che ha pochi eguali negli ultimi decenni. Riviste come Cahiers du Cinéma e istituzioni come l’American Film Institute lo hanno inserito tra i migliori film dell’anno.

La lavorazione non fu meno intensa del risultato. Phoenix perse circa 23 chili per calarsi nel ruolo. Studiò pazienti affetti da sindrome pseudobulbare per rendere autentica la risata patologica del personaggio. Sul set, molte scene vennero improvvisate in base alle sue reazioni emotive, aumentando la forza del racconto. Pochi attori hanno raggiunto una simile fusione tra fisico, mente e ruolo.

L’impatto si è visto subito. Dopo Joker, anche i film di supereroi hanno cominciato a puntare su toni più adulti e psicologici. Un esempio evidente è The Batman di Matt Reeves, che con Robert Pattinson ha raccontato una Gotham cupa e realistica, più vicina a un noir che a un fumetto tradizionale. La lezione di Phillips è stata chiara: il pubblico vuole storie complesse, anche quando nascono dai fumetti.

Il successo ha aperto la strada al sequel Joker: Folie à Deux in cui Joaquin Phoenix ha diviso la scena con Lady Gaga nel ruolo di Harley Quinn. Una coppia che ha fatto discutere, segno che l’universo nato da questo film continua a evolversi. Ma il primo Joker resta un unicum. Un’opera che ha ridefinito cosa possa essere un cinecomic.

Ecco perché l’uscita da Netflix è così significativa. Non parliamo di un semplice titolo in catalogo, ma di un film-evento che ha segnato il cinema contemporaneo. Domani, venerdì 5 settembre, sarà l’ultima occasione per vederlo in streaming sulla piattaforma. Poi, resteranno solo i ricordi e, per i più appassionati, il ritorno sul grande schermo nei sequel o nelle retrospettive future.

Se non lo hai ancora visto, è il momento. Non solo per l’interpretazione indimenticabile di Joaquin Phoenix, ma per la forza visiva, musicale e tematica di un’opera irripetibile. Un film che inquieta, scuote e allo stesso tempo commuove, che mostra come dietro la maschera del clown si nasconda la disperazione di un uomo qualunque. Un film che, una volta visto, resta dentro. E che domani sparirà da Netflix.

Francesca Niespolo

Francesca Niespolo scrive, parla e intervista per il Network TN dal 2022. Laureata in Scienze della Comunicazione – con specializzazione in radio, cinema e TV – ha un’ossessione conclamata per il mondo dello spettacolo. Che si tratti di musica, serie cult o film che fanno discutere, non si limita a raccontarli: li viviseziona con passione e una buona dose di ironia. Attenta ai dettagli e devota alla narrazione, è la persona giusta se vuoi sapere tutto, ma proprio tutto, su quello che succede nel grande circo dell’intrattenimento. Instagram: https://www.instagram.com/francescaniespolo.it/ TikTok: https://www.tiktok.com/@francesca_niespolo Spreaker: https://www.spreaker.com/podcast/primo-podcast--5100900

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