(IM)perfetta: il cortometraggio che da Venezia conquista RaiPlay senza che nessuno ne parli.
C’è un fenomeno silenzioso che sta ribaltando la classifica di RaiPlay. Non arriva da un blockbuster, non porta la firma di un grande franchise internazionale. È un cortometraggio italiano, piccolo per durata ma enorme per impatto. Si chiama (IM)perfetta, ed è stato presentato come evento speciale alla Mostra del Cinema di Venezia 2025. Da pochi giorni è disponibile in streaming e, quasi senza clamore mediatico, è schizzato in cima alla top 10 dei contenuti più visti. Un successo sorprendente, soprattutto se pensiamo che nessuna campagna promozionale lo ha preceduto. Eppure il passaparola digitale sta facendo quello che spesso la pubblicità non riesce a fare: creare attesa, emozione, voglia di guardarlo.
La protagonista, Elena (interpretata da Federica Franzellitti), è una ragazza di 19 anni intrappolata nelle proprie insicurezze. Dopo una relazione finita male, si rifugia dietro lo schermo e si lascia sedurre da un nuovo profilo online, Marta Tiberini. Marta appare perfetta: bella, sicura, pronta a darle consigli su come diventare “migliore”. Ma dietro la sua immagine scintillante si nasconde una truffa manipolatoria, alimentata da algoritmi e strategie tipiche di una falsa influencer. La spirale che ne deriva è tossica e dolorosa, ma fondamentale per il percorso di crescita di Elena. Accanto a lei, la madre interpretata da Valeria Solarino diventa presenza solida e ancora affettiva, l’unico legame autentico in un mondo in cui tutto sembra filtrato e alterato.
Il film, diretto da Nicolò Bressan Degli Antoni, sceglie di non puntare il dito ma di raccontare. Con sguardo empatico e realistico, accompagna lo spettatore dentro le fragilità di un’adolescente che potrebbe essere chiunque. A sottolineare le emozioni, arriva la voce di Francesca Michielin con una nuova versione di “Quello che ancora non c’è”, un brano che diventa colonna sonora della ricerca di sé. Il cortometraggio tocca un nervo scoperto: la pressione sociale esercitata dai social network, le promesse di bellezza rapida, la perdita di autostima nelle nuove generazioni. È un tema attualissimo che non riguarda solo i ragazzi, ma anche i genitori, gli educatori, chiunque viva immerso in un flusso costante di immagini patinate.
La sua forza sta nella semplicità. Non servono effetti speciali o grandi budget: bastano una storia sincera, un cast in stato di grazia e un linguaggio vicino al pubblico giovane. Valeria Solarino, in particolare, regala una prova intensa che bilancia fragilità e forza, offrendo al racconto un cuore pulsante. (IM)perfetta non è solo un cortometraggio riuscito. È la dimostrazione che anche opere brevi, se capaci di intercettare il tempo presente, possono catturare milioni di spettatori. Venezia gli ha dato visibilità, RaiPlay lo sta trasformando in fenomeno. La domanda ora è: quanto resisterà questo successo sotterraneo prima che diventi chiacchierato ovunque?
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