Venezia, il film che ha cambiato per sempre la Mostra: Lo stato delle cose di Wim Wenders.
La settimana della Mostra del Cinema di Venezia porta con sé inevitabilmente i ricordi delle opere che hanno segnato la sua storia. Tra queste spicca Lo stato delle cose (Der Stand der Dinge), film del 1982 diretto da Wim Wenders, oggi disponibile a noleggio su Prime Video. Un’opera che non solo vinse il Leone d’Oro, ma che trasformò il modo in cui il festival veniva percepito, ridando prestigio al cinema d’autore europeo e consacrando Wenders come una delle voci più importanti del panorama internazionale. Ambientato tra le scogliere di Sintra, in Portogallo, il racconto segue una troupe che sta girando un film di fantascienza. Le riprese si interrompono bruscamente quando il produttore, Gordon, sparisce insieme ai finanziamenti. Gli attori e i tecnici rimangono intrappolati in un limbo fatto di attese e discussioni, sospesi tra un presente immobile e un futuro incerto.
Quando la vicenda si sposta a Los Angeles, Wenders ribalta la prospettiva: l’incontro con il produttore si trasforma in una sequenza drammatica e quasi noir, che lascia lo spettatore con una riflessione amara e potente. “Voler fare film è un suicidio”, afferma uno dei personaggi, frase che diventa emblema della precarietà e della bellezza stessa del cinema. Il film coinvolge attori e tecnici che interpretano ruoli molto vicini a loro stessi: Patrick Bauchau, Sam Fuller, Isabelle Weingarten, Jean-Marie Lavalou e Roger Jendly danno vita a una coralità unica, in cui la finzione e la realtà si intrecciano fino a confondersi. Questa scelta amplifica il senso di autenticità e rafforza l’idea che il cinema non sia solo racconto, ma anche esperienza vissuta.
Alla Mostra del Cinema di Venezia del 1982, Lo stato delle cose conquistò la critica con il suo linguaggio visivo, il bianco e nero poetico e la profondità della sua narrazione. Vinse il Leone d’Oro e ridiede energia al festival, che negli anni precedenti aveva vissuto momenti di incertezza. Quel trionfo sancì la rinascita di Venezia come faro del cinema d’autore e aprì una stagione di rinnovata attenzione verso gli autori europei. Il film colpì anche per la sua capacità di parlare del cinema mentre lo mostrava, unendo riflessione teorica ed emozione. Non mancò chi lo giudicò pessimista, ma proprio in quella malinconia si trovò la forza rigeneratrice di Wenders, reduce da un periodo difficile negli Stati Uniti.
Il Leone d’Oro fu il premio più evidente, ma l’eredità di Lo stato delle cose andò ben oltre il trofeo. L’opera influenzò registi come Fassbinder e aprì discussioni sulla crisi della produzione europea e sul ruolo del cinema in un mondo in rapida trasformazione. Per molti studiosi e cinefili rappresenta ancora oggi uno spartiacque, un film necessario da rivedere e riscoprire. Guardare Lo stato delle cose non significa solo recuperare un grande classico, ma vivere un pezzo di storia della Mostra di Venezia. È un film che mette a nudo le difficoltà del fare cinema e allo stesso tempo celebra la sua forza vitale, rendendolo più attuale che mai. Per chi ama le opere che interrogano lo spettatore e aprono nuove prospettive, questa è un’occasione da non perdere.
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