Pochi lo hanno visto, ma ora è in prima visione su RaiPlay: Margini è il film che racconta l’Italia vera.
Ci sono film che passano sotto silenzio, nonostante abbiano attraversato i festival più importanti e raccolto applausi da chi li ha visti in anteprima. Margini, diretto da Niccolò Falsetti, è uno di quei titoli che hanno camminato ai lati della strada principale, senza il clamore delle luci abbaglianti, ma con l’autenticità di un racconto che arriva dritto al cuore. Ora approda in prima visione assoluta su RaiPlay, e il pubblico ha finalmente la possibilità di scoprire una piccola gemma che merita molto più di quanto abbia ricevuto in termini di attenzioni e chiacchiere. Ambientato a Grosseto nel 2008, il film segue le vicende di tre amici, Edoardo, Iacopo e Michele che suonano in una band punk. Stanchi di sagre di paese e serate in cui la loro musica si perde tra bruschette e birre annacquate, sognano un palco più grande.

Quando salta l’occasione di aprire a Bologna per una band hardcore americana, i Defense, i tre decidono di portare il concerto direttamente nella loro città. Ne nasce un’avventura tragicomica, tra burocrazia impossibile, spazi che non si trovano e soldi che mancano sempre. Il film racconta con sincerità e ironia la fatica di chi prova a fare qualcosa di diverso nella provincia italiana. Non idealizza i protagonisti, li mostra fragili, incazzati, innamorati e spesso goffi, ma proprio per questo vicini a chiunque abbia mai inseguito un sogno più grande di sé.
Un cast che sorprende: Margini su RaiPlay è la scoperta dell’estate
Francesco Turbanti, Emanuele Linfatti e Matteo Creatini portano sullo schermo un trio esplosivo, credibile nella sua complicità e nelle crepe che piano piano si aprono. Accanto a loro, Valentina Carnelutti e Silvia D’Amico arricchiscono il quadro con interpretazioni intense e misurate. È un cast che non gioca mai di rimessa, ma spinge in avanti, dando al film un’energia che si sente respirare. Margini ha fatto parlare di sé nel 2022, quando venne presentato alla Settimana Internazionale della Critica alla Mostra del Cinema di Venezia. Da lì, un percorso fatto di candidature ai Nastri d’Argento e ai David di Donatello, fino al premio al Festival di Porretta. Numeri piccoli al botteghino, circa 237 mila euro, ma abbastanza per dimostrare che il pubblico c’è quando un film sa raccontare qualcosa di vero.
Oggi, però, il film vive una seconda occasione. Su RaiPlay, senza biglietto né orari da rispettare, diventa accessibile a chiunque. È qui che Margini può fare la differenza: non più visto da pochi addetti ai lavori o appassionati di cinema indipendente, ma pronto a incontrare una platea più ampia, quella di chi cerca una storia in cui riconoscersi. Viviamo in un tempo in cui tutto corre, in cui i film passano e scompaiono a una velocità disarmante. Margini resiste, proprio come i suoi protagonisti resistono ai “no” che ricevono di continuo. Guardarlo oggi significa non solo scoprire un piccolo cult del cinema italiano recente, ma anche fare un passo indietro verso la realtà di chi, senza grandi mezzi, prova a lasciare il segno. È cinema che parla piano, ma resta dentro.
