Palermo Milano – Solo andata: perché è ancora un cult italiano tra i più visti su RaiPlay.
Certe volte basta un titolo per evocare un’epoca. Palermo Milano – Solo andata, diretto da Claudio Fragasso nel 1995, è uno di quei film che hanno il potere di spalancare la porta dei ricordi. Oggi è disponibile su RaiPlay, dove è entrato nella Top 10 dei più visti e si è piazzato al settimo posto, continuando a raccogliere consensi a quasi trent’anni dall’uscita. Non è un caso: questo action-drama è diventato un piccolo cult del cinema italiano, un gioiello che ha saputo unire spettacolo e verità. Ha consegnato al pubblico un cast da manuale. La trama è semplice, ma potentissima. Un gruppo di poliziotti deve scortare da Palermo a Milano un ragioniere insospettabile, legato alla mafia e pronto a testimoniare contro un boss. Un viaggio che diventa una lotta per la sopravvivenza, punteggiata di agguati, tradimenti, sacrifici.
Sullo sfondo, c’è lo Stato che cerca di resistere a una mafia che non perdona, e ci sono uomini e donne che non indossano soltanto una divisa, ma portano addosso tutta la fragilità e l’umanità di chi sceglie da che parte stare. La forza del film non sta soltanto nella tensione o nella spettacolarità delle scene d’azione, ma nell’equilibrio tra realismo e intrattenimento. Fragasso ha saputo creare un poliziesco che non ha nulla da invidiare al cinema internazionale degli anni ’90, con un ritmo serrato che ricorda Hong Kong e Hollywood, ma con il cuore profondamente radicato nell’Italia degli anni delle stragi.
Se il film è rimasto nella memoria collettiva, lo si deve anche a un ensemble di attori che oggi fa impressione rivedere insieme. Giancarlo Giannini, che anche stasera ritroviamo in tv, guida il gruppo con l’autorevolezza di chi trasforma ogni ruolo in un riferimento, mentre un giovanissimo Raoul Bova si ritaglia un posto speciale come volto del nuovo cinema italiano. Accanto a loro, Ricky Memphis, Valerio Mastandrea, Romina Mondello, Tony Sperandeo, Francesco Benigno, Rosalinda Celentano. Un casting che sembra scritto per rimanere nella storia, una fotografia di un cinema nazionale che osava e che credeva nel potere del racconto corale. La sequenza finale, con la scorta che avanza armata tra le strade di Milano, è rimasta impressa come una delle scene più iconiche del genere, diventando parte dell’immaginario televisivo e cinematografico che avrebbe influenzato molte fiction degli anni successivi.
Al botteghino incassò circa 1,5 milioni di euro in Italia e superò i 2 milioni di dollari a livello internazionale. Numeri che oggi potrebbero sembrare modesti, ma che allora bastarono a sancirne il successo e a spingerlo verso festival e premi. Dai David di Donatello al Globo d’Oro per la colonna sonora firmata da Pino Donaggio, fino ai riconoscimenti al Valenciennes International Festival. Non sorprende che sia stato ripreso, citato e perfino continuato con il sequel Milano Palermo – Il ritorno. Ma il primo capitolo resta insuperato, perché ha saputo raccontare con crudezza e spettacolo un Paese in bilico. Ha mostrato la vulnerabilità e la grandezza di chi combatte la mafia non con i superpoteri, ma con il coraggio. Oggi, rivederlo su RaiPlay significa ritrovare un’Italia diversa ma non così lontana, e comprendere perché quel film, con la sua miscela di azione, tensione e verità, sia diventato un cult: un gioiello che appartiene di diritto alla memoria collettiva.
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