Il giovane Montalbano, la fiction Rai che conquista anche in replica.
Ci sono titoli che resistono al tempo, ai cambiamenti di palinsesto e perfino alle stagioni più “morte” della televisione. Il giovane Montalbano è uno di questi. In piena estate, su una rete minore come Rai Premium e con repliche ormai arrivate almeno alla quarta tornata, la fiction ha superato il 6% di share, un risultato sorprendente per una programmazione fuori dai canali principali. Un successo che dice molto sulla forza del prodotto, ormai entrato nella categoria dei cult televisivi italiani. Quando nel 2012 la Rai decise di lanciare una serie dedicata alle origini di Salvo Montalbano, il rischio era enorme: dare un volto giovane al commissario creato da Andrea Camilleri poteva dividere il pubblico affezionato al Montalbano di Luca Zingaretti.
E invece la scommessa si è trasformata in una vittoria. Ha saputo conquistare milioni di spettatori fin dalla prima messa in onda, raccontando gli anni ’90 in Sicilia con un equilibrio perfetto tra indagine poliziesca, vita privata e paesaggi carichi di memoria. Le sceneggiature di Andrea Camilleri e Francesco Bruni hanno tracciato una linea narrativa coerente. Ha permesso di costruire un ponte solido con la serie madre, senza mai scadere nella semplice imitazione. Gran parte del merito va al protagonista, Michele Riondino, che ha dato al giovane commissario un volto credibile, fragile e deciso allo stesso tempo. Oggi Riondino è molto più di un attore: è anche regista stimato, premiato per il suo impegno civile e riconosciuto come una delle figure più interessanti del panorama cinematografico italiano. Il successo della fiction Rai non solo lo ha consacrato agli occhi del grande pubblico, ma continua a rappresentare un punto di riferimento per chi lo segue in teatro, al cinema e dietro la macchina da presa.
Il dato dello share in replica racconta una verità precisa: Il giovane Montalbano è diventato un prodotto universale. Non è solo una fiction di genere investigativo, ma un racconto capace di parlare a generazioni diverse. Gli episodi mescolano ironia, tensione, sentimenti, ma soprattutto un legame profondo con la Sicilia e con i valori di giustizia e umanità che Camilleri ha sempre portato sulla pagina scritta. La serie non si limita a essere intrattenimento. Si tratta di memoria culturale, un modo di custodire un immaginario che unisce paesaggi mediterranei e lingue locali. Una visione etica che non smette di emozionare.
Certo, l’universo è sempre quello ampio e sfaccettato del commissario di Vigata, ma abbiamo un altro volto e un’altra anima a impersonarlo. Il risultato è lo stesso: boom di ascolti anche dopo anni e le repliche incessanti. Il successo delle repliche apre anche una riflessione interessante: titoli di qualità, ben scritti e radicati nella tradizione culturale italiana, possono continuare a generare ascolti anche in estate e su canali secondari. Per la Rai è un segnale forte. Investire in produzioni di respiro lungo non solo paga nel momento dell’uscita, ma garantisce un patrimonio narrativo da valorizzare negli anni. Il giovane Montalbano non è più solo un prequel, ma un fiore all’occhiello della fiction Rai. Continua a macinare consensi come pochi altri prodotti televisivi italiani.
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