Nessuno lo cita, ma tutti lo guardano: Tensione superficiale è il film italiano che sta facendo impazzire RaiPlay.
C’è un film che pochi conoscono ma che, da settimane, è tra i più visti su RaiPlay. Nessun influencer lo ha consigliato, non circola sui social e nemmeno le pagine di cinema indie ne parlano più di tanto. Eppure, Tensione superficiale ha conquistato il pubblico con una storia potente, vera e profondamente attuale. Un titolo che scava, ferisce e poi cura. Silenziosamente. Diretto da Giovanni Aloi e interpretato in modo magistrale da Cristiana Dell’Anna, questo film del 2019 è tornato a farsi notare grazie al passaparola digitale e alla visibilità guadagnata sulla piattaforma di streaming di casa Rai. E una volta premuto “play”, è impossibile restare indifferenti.
La protagonista si chiama Michela, madre single che vive in un piccolo villaggio dell’Alto Adige, sul suggestivo (e inquieto) lago di Resia. Lavora in nero in un hotel, non arriva a fine mese e si muove in un contesto dove la povertà è scomoda da vedere. Quando incontra Anna, una escort che lavora oltreconfine, in Austria, scopre una realtà che cambia tutto: lì la prostituzione è legale e ben pagata. È qui che il film si fa coraggioso. Michela decide di attraversare il confine ogni weekend per prostituirsi. Non lo fa per piacere, non lo fa per ribellione: lo fa per vivere. Per riprendere il controllo sulla sua esistenza. E all’inizio, ci riesce. I soldi arrivano, la libertà anche. Ma la libertà, si sa, ha sempre un prezzo.
Cristiana Dell’Anna è straordinaria nel ruolo di Michela. Niente retorica, niente autocommiserazione. Solo forza, dignità, resistenza. La sua è una donna vera, che sbaglia ma agisce. Che ama il figlio ma non si sacrifica passivamente. Che rifiuta il ruolo della vittima. Il film racconta tutto questo senza mai diventare giudicante. Il sesso c’è, ma non viene mai mostrato per attrarre o provocare. La regia di Giovanni Aloi è essenziale, quasi documentaristica. E la fotografia innevata dell’Alto Adige fa da contrappunto visivo perfetto: bianca, gelida, dura come il contesto sociale che la circonda. È sorprendente che un film così denso, scomodo e indipendente sia tra i titoli più visti su RaiPlay. Ma forse non dovrebbe stupire: oggi c’è fame di storie vere, non filtrate.
Di personaggi complessi, come Michela, che non chiedono di essere amate, ma comprese. Tensione superficiale tocca temi cruciali: autodeterminazione femminile, marginalità economica, doppia morale, ipocrisia di paese, e lo fa con misura, senza mai cedere al moralismo. Il confine tra Italia e Austria diventa simbolico: da un lato la vergogna, dall’altro l’indipendenza. Da un lato la comunità che giudica, dall’altro una libertà pagata a caro prezzo. Michela attraversa quel confine ogni weekend, e ogni volta torna un po’ diversa. Se cerchi un film italiano che non finge, che non semplifica, che racconta il riscatto femminile senza edulcorarlo, questa è una visione obbligata. Disponibile gratuitamente su RaiPlay, è uno di quei titoli che fanno rumore nel silenzio. E chissà, magari tra qualche mese tutti inizieranno a parlarne. Ma chi l’ha visto adesso, in silenzio, lo ricorderà per primo.
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