Questa storia vera ha scioccato l’America: stasera in tv il film che ha messo Alcatraz sotto processo.
L’isola dell’ingiustizia – Alcatraz (titolo originale Murder in the First, 1995) è molto più di un film drammatico: è una denuncia, una ferita aperta, una storia vera che ancora oggi colpisce al cuore. Diretto da Marc Rocco, il film prende ispirazione da eventi reali accaduti nella famigerata prigione di Alcatraz, negli Stati Uniti degli anni ’30 e ’40. Al centro della vicenda c’è Henri Young, interpretato da un Kevin Bacon da brividi, in una delle sue performance più potenti e sofferte. Orfano e povero, Henri finisce ad Alcatraz per aver rubato cinque dollari con l’unico scopo di sfamare la sorellina. Ma non è il furto a condannarlo per sempre. È il sistema.
Per dare corpo e anima a Henri Young, Kevin Bacon ha perso dieci chili e ha passato giorni chiuso in una vera cella. Il risultato? Una prova attoriale che gli è valsa una candidatura ai Screen Actors Guild Awards e il plauso unanime della critica. Non interpreta Henri: è Henri. Fragile, spezzato, disumanizzato. Il volto di un’ingiustizia che non si può ignorare. Al suo fianco, un giovane Christian Slater, nei panni dell’avvocato idealista James Stamphill. È lui a trasformare il processo a un uomo in un processo a tutto il sistema carcerario americano. Non difende solo un cliente: cerca giustizia per chi giustizia non ne ha mai avuta.
L’isola dell’ingiustizia – Alcatraz mescola dramma carcerario e legal thriller, senza cedere alla retorica facile. Racconta l’amicizia, la disperazione, l’umanità calpestata. La regia incalzante di Marc Rocco tiene lo spettatore incollato, mentre la fotografia cupa e i silenzi pesanti raccontano ciò che le parole non dicono. Alcatraz non è solo lo sfondo, è il vero antagonista. Le sue celle, l’isolamento, la tortura psicologica diventano protagonisti silenziosi di una storia che mette i brividi. Attenzione: non tutto ciò che il film racconta è storicamente esatto. Henri Young, nella realtà, aveva un passato criminale più articolato e le circostanze del delitto differiscono. Ma ciò che resta intatto è l’intento: denunciare un sistema che trasforma vittime in carnefici.
Il film riesce a fare luce su una pagina oscura della giustizia americana, mostrando come il carcere possa annientare, più che redimere. Pellicola necessaria, soprattutto oggi. Apprezzata tanto dal pubblico quanto dalla critica. Ha incassato oltre 17 milioni di dollari negli Stati Uniti e si è guadagnato un posto tra le pellicole più toccanti degli anni ’90. Stasera su Iris, non è solo un film da vedere: è una storia da ascoltare. Una storia che fa riflettere su quanto dolore possa nascondersi dietro le sbarre, ma anche su quanta dignità si può salvare grazie al coraggio di chi decide di non voltarsi dall’altra parte.
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