Il matrimonio del mio migliore amico avrà un sequel: la nostra trama tra ironia e colpi di scena.
C’è un film che ogni amante delle commedie romantiche conosce a memoria: Il matrimonio del mio migliore amico, l’iconico titolo del 1997 con Julia Roberts, Dermot Mulroney, Cameron Diaz e Rupert Everett. Una pellicola che ha saputo ribaltare le regole del genere, diventando un cult anche grazie a un finale agrodolce, una scena musicale memorabile (sì, proprio I Say a Little Prayer al ristorante) e personaggi imperfetti ma adorabili. Ora, dopo quasi trent’anni, la notizia rimbalza: Sony Pictures ha messo in sviluppo un sequel, con la sceneggiatura affidata a Celine Song, l’autrice di Past Lives. I dettagli sono ancora top secret, ma l’entusiasmo dei fan è già alle stelle. E allora, in attesa di aggiornamenti ufficiali, immaginiamo una trama possibile. Una visione originale, nostalgica e perfettamente in linea con lo spirito del film.
Julianne Potter, oggi, non scrive più di gastronomia per riviste di nicchia. È diventata una firma importante, gira per eventi letterari e vive a New York con un bulldog francese e una vista mozzafiato su Central Park. Non pensa più a Michael. O almeno, così racconta da anni. Ma un giorno riceve un invito. Oggetto della mail: “Save the Date: il matrimonio di Hannah O’Neal”. Sì, Hannah è la figlia ventitreenne di Michael e Kim. E Julianne, sorpresa delle sorprese, è stata invitata a farle da mentore. Hannah, tra uno shooting su Instagram e l’organizzazione di un matrimonio che vuole “boho-chic”, confessa a Julianne di essere piena di dubbi. Ama il suo futuro marito, ma ha paura. Paura di sbagliare e di ripetere gli stessi errori. Julianne, che di errori ne ha collezionati tanti, cerca di darle consigli. Ma più passa il tempo con Hannah, più si accorge che anche Michael è cambiato. È divorziato, ha lasciato Kim tre anni fa, e vive tra Chicago e Austin. Ha smesso di farsi troppe domande. Finché non incontra di nuovo Julianne. E le domande tornano.
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George, TikTok e la tavolata più pazza del cinema: la trama che vorremmo per Il matrimonio del mio migliore amico 2
Chi non può mancare all’appello? George, ovviamente. Il personaggio di Rupert Everett è diventato un guru motivazionale con un podcast da milioni di ascolti. Fa la sua entrata trionfale durante un weekend pre-matrimoniale, dove coinvolge tutti (ma proprio tutti) in un nuovo momento musicale virale, una versione gospel-pop di I Say a Little Prayer che impazza su TikTok. I fan montano video con le clip del vecchio film, sovrapposte a quelle nuove: Michael che ride come vent’anni fa, Julianne che alza gli occhi al cielo ma poi canta più di tutti. Il pubblico si innamora di nuovo.
Non di una storia d’amore perfetta, ma di personaggi che hanno sbagliato, imparato, e ora cercano di fare la cosa giusta. Il punto di forza di questa ipotetica trama? Non forza la mano verso un finale romantico scontato. Gioca con la nostalgia, ma guarda avanti. Hannah decide di sposarsi, sì, ma con più consapevolezza. Julianne non torna con Michael, ma trova finalmente un suo equilibrio. E George? George chiude il film con una delle sue perle: “A volte, il lieto fine è sapere quando dire basta. Ma con stile, tesoro”.