Raoul Bova tra veti Rai e scandalo mediatico: in tv fanno a gara per mostrarlo.
Per qualche giorno si è vociferato che la Rai potesse prendere le distanze da Raoul Bova, addirittura imponendo dei veti sul suo volto in tv. Un’ipotesi circolata insistentemente dopo la diffusione virale degli audio privati inviati dall’attore alla modella Martina Ceretti. La bufera mediatica è esplosa in poche ore: le frasi di Bova, trasformate in meme e spot pubblicitari, sono finite ovunque. E mentre i social si scatenavano, in molti hanno iniziato a chiedersi se la televisione di Stato avrebbe scelto di oscurarlo, almeno temporaneamente. I sussurri parlavano chiaro: dopo le denunce per violazione della privacy e tentata estorsione, Bova sarebbe potuto finire in una sorta di “limbo televisivo”, escluso dai palinsesti per evitare ulteriori polemiche. Ma è bastato guardare la programmazione per capire che la realtà ha preso tutt’altra direzione.
Altro che censure. In questi giorni, sia Rai che Mediaset stanno spingendo sull’effetto Bova come se nulla fosse. I fatti parlano chiaro: questa sera, Rai 1 manda in onda Scusate se esisto, uno dei film più amati con l’attore protagonista accanto a Paola Cortellesi. Pochi giorni fa è toccato a Immaturi, altra pellicola cult in rotazione sempre sulla Rai (la stessa dove Bova e la Morales si sono conosciuti e innamorati. Nel frattempo, Mediaset rilancia con un colpo mediatico niente male: il trailer ufficiale di Buongiorno mamma 3 è stato pubblicato in anteprima, con un timing che sembra tutt’altro che casuale. Indovinate chi è il protagonista? Esatto, sempre lui: Raoul Bova. Il volto sorridente, gli occhi che ormai tutti definiscono “spaccanti”, e la colonna sonora che strizza l’occhio al pubblico più fedele. Come se tutto quello che è accaduto nelle ultime settimane non fosse mai esistito.
Le due emittenti stanno giocando una partita chiara: trasformare la crisi in opportunità, sfruttando la curiosità morbosa che aleggia attorno alla figura di Bova. L’audience, del resto, non guarda alla moralità di un contenuto, ma alla sua capacità di catturare attenzione. E su questo fronte, Raoul, volente o nolente, oggi funziona più che mai. La domanda sorge spontanea: la tv italiana sta cavalcando il trend Bova fregandosene della violazione della privacy? Il sospetto è legittimo. Mentre i legali dell’attore denunciano e la Procura indaga per tentata estorsione, i palinsesti continuano a trasmettere in loop film e trailer con la sua faccia.
Telegiornali e rotocalchi dedicano segmenti sempre più lunghi agli sviluppi del caso. Con una mano si condannano le invasioni nella vita privata, con l’altra si alimenta il racconto continuo attorno alla soap dell’estate. Tutto legittimo? Forse sì, dal punto di vista editoriale. Ma dal punto di vista etico, il confine è sempre più sfumato. Quel che è certo è che Raoul Bova, suo malgrado, è ovunque. Non solo sulle homepage dei giornali, ma anche nelle case degli italiani, ogni sera, con un film diverso o un trailer nuovo. Lo scandalo? Non ha fermato niente. Anzi, ha acceso i riflettori ancora di più. Perché in fondo, nella tv italiana, nulla crea attenzione come una buona vecchia crisi di immagine. E quando c’è di mezzo una star amatissima, lo spettacolo deve andare avanti.
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