Temptation Island sfonda il muro del 30% di share, ma a che prezzo? Quando lo show supera il limite.
Il successo di Temptation Island è innegabile. I numeri parlano da soli: share monstre, record social, fidelizzazione altissima. Ma proprio in questa apparente perfezione iniziano a vedersi le crepe. Alcune scelte narrative di questa edizione 2025 fanno riflettere. E preoccupano. Partiamo dagli “scherzi”. Così li chiamano dietro le quinte: parliamo delle intese simulate tra tentatori e fidanzati, o tra fidanzate e tentatrici. Alleanze costruite a tavolino, spesso su iniziativa di chi è dentro il villaggio con lo scopo di ingannare il partner e farlo esplodere. Un gioco al massacro, che però inganna anche lo spettatore. Perché quelle immagini che vediamo, quel famoso filmato che scatena pianti, sfoghi e scenate: è un fake. Una sceneggiata ben orchestrata per arrivare al falò finale con il colpo di scena.
Solo lì, e solo in alcuni casi, il pubblico scopre che quell’intesa era tutta una farsa. Una recita, utile alla narrazione ma distante anni luce da quella autenticità tanto decantata. E allora, chi guarda da casa, dov’è in questa dinamica? Perché il rischio è quello di sentirsi presi in giro, come chi si appassiona a una storia per poi scoprire che era tutta finzione. Altro punto critico: i falò di confronto multipli. Questa edizione ha sdoganato il concetto di trilogia del falò. Alcune coppie ne hanno sostenuti addirittura tre, a distanza di giorni, con tanto di ritorni, ripensamenti, nuovi confronti o finali rimasti uguali alla volta precedente. Uno stillicidio narrativo che sa più di soap opera che di racconto sentimentale.
Non è un caso che sui social molti utenti parlino di “overdose di falò”, sottolineando come la tensione si sia trasformata in ripetizione. Spingere così tanto sull’acceleratore dell’emotività porta a una deriva: il dolore e la crisi di coppia diventano spettacolo. Il tempo che dovrebbe servire alla riflessione viene compresso, strumentalizzato, ripetuto. E allora la domanda è inevitabile: il fine giustifica davvero i mezzi? Si può sacrificare il patto di fiducia col pubblico sull’altare degli ascolti? Il reality delle emozioni rischia di perdere proprio quello: le emozioni vere.
Il problema non è il format. Temptation Island resta una macchina televisiva perfetta. Ma questa edizione ha flirtato troppo spesso con l’eccesso, scivolando in dinamiche costruite e accelerazioni innaturali. Il confine tra realtà e fiction si è fatto sottile. E il pubblico, che finora ha premiato il programma con entusiasmo, potrebbe iniziare a chiedersi se la magia non si stia consumando, proprio nel momento di massimo splendore.
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