Massimiliano Gallo lascia tutti senza parole, dopo le fiction Rai di cui è stato in più casi protagonista. Non è la prima volta che lo vediamo emozionare, ma così non era mai successo. Niente commedia. Niente tv generalista. Questa volta è diverso. È personale, è viscerale.
Alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia, Gallo presenta un film che non recita. Lo sente. Lo ha scritto, costruito, girato. Lo ha pensato come si pensa a una confessione: senza filtri.m L’opera si chiama La Salita. È stata selezionata per le Giornate degli Autori, la sezione più coraggiosa della Mostra. Quella che guarda negli occhi, non in tv.
Il film è stato realizzato con il sostegno della Film Commission Regione Campania, che quest’anno ha portato a Venezia ben otto titoli. Tra questi, anche opere di autori campani già noti nel panorama europeo. Ma è Gallo, con la sua svolta inattesa, a catalizzare l’attenzione. Napoli, la sua città, non è solo il fondale. È l’anima stessa del racconto. È una Napoli più interiore che scenografica. Più cruda che da cartolina.
Fino a pochi mesi fa il film si chiamava L’isola delle donne. Ora, con La Salita, il senso è chiaro: è un percorso. È fatica, vertigine e una strada che si stringe, che si fa ripida, che costringe a guardarsi dentro. Non è ancora stata svelata la trama ufficiale. Ma chi ha visto le prime immagini parla di un lavoro potente. Sporco di vita. Sincero. Doloroso in modo autentico, mai compiaciuto.
La scelta delle Giornate degli Autori non è casuale. È il luogo ideale per un’opera che non cerca consensi facili. Un film che non vuole piacere: vuole colpire. Massimiliano Gallo non si nasconde dietro un personaggio. Non fa la voce roca. Non gioca a fare il duro. Qui si espone. Mostra una fragilità che sorprende. Un’intimità che non ti aspetti da uno che hai visto mille volte, ma mai così.
La Salita non è un film urlato. Non ha effetti speciali. Non ha star hollywoodiane. Ma ha qualcosa che manca a tanti film: ha verità. In tempi di serialità veloce, Gallo si prende il suo tempo. Racconta una storia che nasce da dentro. Una storia che parla a chi è disposto ad ascoltare, non solo a guardare.
Il film è una dichiarazione d’amore alla propria città, ma anche un atto di coraggio. In un momento in cui tanti attori si rifugiano nelle comfort zone delle fiction di successo, lui sceglie la strada più dura. La salita, appunto. Con lui, anche la Campania conferma il suo ruolo di motore creativo. Grazie all’impegno della FCRC, il cinema del Sud si prende spazio. E lo fa senza imitare, senza rincorrere. Con voce propria.
Massimiliano Gallo non cambia mestiere. Cambia profondità. Scava. Mette mano al cuore e lo poggia sullo schermo. Senza paura di sporcarlo. Senza vergogna. Chi lo ha sempre seguito per le sue interpretazioni brillanti qui lo vedrà diverso. Più sincero. Più vero. Non c’è il filtro della recitazione. C’è la mano di chi vuole raccontare una storia che conta.
Venezia lo accoglie con rispetto. Con curiosità. Con quella sensazione che qualcosa di serio, di importante, sta accadendo. Non un evento da red carpet. Ma un movimento dell’anima. Chi ama il cinema italiano autentico, chi cerca emozioni vere e non costruite, non può lasciarsi sfuggire questo film. Perché Massimiliano Gallo, stavolta, non interpreta: vive. E lo fa anche per noi.
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