Asa Butterfield ha parlato e ha sorpreso tutti: all’Outdoor Film Festival di San Valentino Torio, l’attore protagonista di Sex Education ha rivelato qualcosa di inatteso. Altro che spin-off su Jean Milburn, la celebre sessuologa interpretata da Gillian Anderson o su Eric Effiong, il miglior amico del protagonista. Il cuore di Asa batte per un altro personaggio.
Uno che nella serie è cambiato tantissimo. Uno che ci ha lasciato con le lacrime agli occhi. Adam Groff. Quando gli è stato chiesto su quale personaggio baserebbe uno spin-off, Asa ha risposto senza esitazioni: “Adam. E i suoi cani”. Già, avete capito bene. L’attore inglese vorrebbe seguire la vita di Adam dopo la fine della serie. La sua nuova esistenza a contatto con gli animali. Un’idea tenera, dolce. Ma anche potente. Perché Adam non è mai stato solo un “bullo”. È uno dei personaggi più profondi dell’intera serie Netflix.
Butterfield ha aggiunto che adora veder recitare Connor Swindells, l’attore che ha dato volto e corpo a Adam. E non è l’unico a pensarlo. Sex Education ha cambiato le regole del gioco. Ha trasformato la rappresentazione della sessualità, dell’identità e della crescita personale sul piccolo schermo. Ma tra tutti i protagonisti, pochi hanno vissuto un’evoluzione così umana e sincera come Adam Groff. Da “figlio del preside” a ragazzo in lotta con sé stesso. Da ragazzo fragile a giovane uomo che impara ad amare. Anche i cani. E forse proprio per questo, lo spin-off che nessuno si aspetta… è quello che molti oggi desiderano.
Nel finale dell’ultima stagione, Adam si ritira in un centro di addestramento cinofilo. È una delle scene più delicate e simboliche della serie. L’ex bullo, il figlio di un padre rigido, il ragazzo confuso sulla propria sessualità, si prende cura degli animali. E trova finalmente pace. Una scelta narrativa potente. Non urlata, ma fortissima. Perché rappresenta il cambiamento più puro: quello silenzioso. Connor Swindells ha dato una nuova anima a Adam. Asa Butterfield lo ha detto chiaramente: “Mi piace vederlo recitare. È straordinario”.
Ma non è solo ammirazione professionale. È il riconoscimento di un’umanità complessa, ferita, reale. Che merita più spazio, anche dopo i titoli di coda. E se un domani arrivasse davvero questo spin-off, sarebbe qualcosa di diverso da tutto. Niente drammi scolastici. Nessuna clinica segreta. Solo un ragazzo, un po’ spaesato, che costruisce la sua serenità un passo alla volta. Magari parlando poco. Ma dicendo tutto con gli occhi.
Sex Education ha sempre rotto i tabù. Dall’asessualità al porno vendetta. Dalla disabilità alla fluidità di genere. Ma ha anche raccontato i silenzi. E i silenzi di Adam valgono quanto mille parole. Lo spin-off di cui parla Asa Butterfield non sarebbe uno show qualsiasi. Sarebbe un piccolo capolavoro emotivo, se fatto con delicatezza. Il pubblico lo ha già capito. E in fondo, c’è fame di storie autentiche, lente, vere. Storie in cui un cane che ti guarda mentre lo accarezzi vale più di mille dialoghi scritti bene.
Netflix ha già dimostrato di saper osare. E se mai raccogliesse questa idea, avrebbe tra le mani qualcosa di prezioso. Un nuovo inizio, lontano dai banchi di scuola. Ma vicino a quella parte di noi che cerca comprensione, tenerezza e identità. Per ora, resta una suggestione. Ma se un giorno dovesse diventare realtà, sapremo tutti da dove è partita: da una sera d’estate, a San Valentino Torio. Asa Butterfield l’ha detto con il sorriso. Ma dietro quel sorriso, forse, c’è già un seme di verità.
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