Giffoni, 25 luglio 2025, nella Sala Impact del Giffoni Film Festival, davanti a una platea di giovanissimi, Rocco Hunt si ferma un secondo, respira, sorride e poi, risponde a bruciapelo a quella domanda che tutti stavano aspettando: “Ritornerai a Sanremo 2026?”
È bastata una frase per cambiare il ritmo dell’incontro. In pochi secondi, il rapper di Salerno ha parlato di Sanremo 2026 di Carlo Conti e del significato di salire su quel palco. E ha sorpreso tutti. “Sanremo è il festival della canzone italiana. Ci torno solo quando ho qualcosa di vero da dire”, ha dichiarato Hunt, rompendo il silenzio sul suo possibile ritorno all’Ariston dopo la partecipazione nel 2025 con Mille vote ancora. In platea, tanti occhi sbarrati. Alcuni sguardi emozionati. Nessuno si aspettava una risposta così sincera, quasi intima.
“Magari la canzone nasce a settembre. Se mi chiama, io vado. Ma al momento, no: non è nei miei piani”, ha detto. Poche parole, dirette. Eppure, pesanti come un verso inciso in un beat. Il pubblico di Giffoni Valle Piana, luogo simbolo del dialogo tra artisti e giovani, ha ascoltato in silenzio. E ha capito: Rocco Hunt non cerca il riflettore a ogni costo. Cerca il senso. Il motivo. La canzone giusta.
Classe 1994, nato e cresciuto nel quartiere Pastena di Salerno, Rocco Hunt – all’anagrafe Rocco Pagliarulo – è uno dei nomi più influenti del rap italiano contemporaneo. Dal freestyle di periferia alla vittoria a Sanremo 2014 nella categoria Nuove Proposte, la sua è una storia di riscatto, ritmo e radici. Il brano No juorno buono, che gli ha fatto vincere l’Ariston a 19 anni, è ancora oggi un manifesto per tanti ragazzi del Sud. Una canzone in napoletano che ha fatto la storia. Una prima volta assoluta.
Poi, Sanremo 2016. Rocco partecipa tra i Big con Wake up, portando di nuovo il dialetto sul palco più mainstream della musica italiana. E infine il ritorno, nel 2025, con una ballata autobiografica intitolata Mille vote ancora. Proprio quest’anno, nove anni dopo l’ultima volta, ha cantato con Clementino nella serata delle cover. Un omaggio a Pino Daniele, un tuffo nel cuore di Napoli con Yes I Know My Way.
Nonostante il clamore della sua carriera, Rocco Hunt continua a fare scelte controcorrente. Non insegue le mode. Non forza la mano. Vuole “sentire” la canzone che lo chiama. E solo allora, forse, sarà pronto per Sanremo 2026. “Il Festival è diventato anche altro negli anni, è vero. Ma per me resta soprattutto un luogo dove si portano le parole che contano”, ha spiegato a Giffoni. Non un rifiuto. Piuttosto, una promessa sospesa. Come a dire: se arriva la canzone giusta, io ci sono. Ma non prima. Non tanto per esserci. Solo per raccontare qualcosa che merita davvero di essere ascoltato.
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