Stasera in tv su Iris, alle 21:15, arriva un film che pochi ricordano ma che nessuno dimentica. “Un viaggio indimenticabile” è una storia di famiglia, di ricordi e di amore. Un racconto che parla a chi ha perso, a chi ha paura di dimenticare, a chi ha amato profondamente un nonno o una nonna.
Il protagonista è Nick Nolte, volto indimenticabile di Affliction e Il principe delle maree. Accanto a lui, nel ruolo della nipotina, la sua vera figlia: Sophia Lane Nolte. Un dettaglio reale che cambia tutto. La loro relazione sullo schermo è tenera, viva, autentica. Semplicemente vera. Diretto da Til Schweiger, già regista dell’originale tedesco Honig im Kopf, il film è stato girato in lingua inglese nel 2018. Eppure, nonostante il cast internazionale, è passato quasi inosservato. Nessun Oscar, nessuna nomination, nessun premio. Ma la sua forza è altrove.
Con Matt Dillon nel ruolo del figlio, Emily Mortimer nei panni della nuora e la partecipazione di Jacqueline Bisset e Greta Scacchi, il film si muove tra Londra e Venezia. Due mondi, due vite, un solo cuore che lentamente si spegne.
Amadeus è un uomo da poco rimasto vedovo. Vive i primi sintomi dell’Alzheimer. Si perde tra le stanze della mente, mentre chi ama tenta di tenerlo ancorato alla realtà. Ma è la piccola Tilda, sua nipote, a capirlo davvero. Quando lui le confessa di voler rivedere i luoghi dove fu felice con la moglie, lei non esita. Lo prende per mano. Lo porta via. Insieme partono per Venezia. Un viaggio senza permesso, ma pieno di grazia. Un ritorno alle origini, alle emozioni, alla memoria che resiste.
Il film è una lettera d’amore ai nonni, alla loro fragilità e alla loro saggezza. Una storia lieve e profonda al tempo stesso. Nessun pietismo. Solo la verità delle piccole cose. In un’epoca in cui i film devono stupire, Un viaggio indimenticabile sceglie la tenerezza. Non ha effetti speciali. Non ha colpi di scena. Ha sguardi, sorrisi, dimenticanze. E un dolore che si insinua piano, senza violenza.
La critica ha diviso l’opinione. Alcuni hanno accusato il film di trattare l’Alzheimer con troppa leggerezza. Altri, invece, hanno colto la delicatezza del tocco. La verità sta forse nel mezzo. Ma il messaggio arriva chiaro: ricordare è un atto d’amore. La scelta di rendere Venezia il cuore del viaggio ha un significato preciso. I luoghi non sono solo sfondo. Sono memoria concreta. Sono tracce della vita che fu. Passeggiare tra i canali, rivedere un ponte, sentire un odore familiare: sono tutti gesti che chi ha perso qualcuno conosce bene.
Non è un film che cambierà la storia del cinema, non ha creato mode. Non ha lasciato imitatori. Ma ha parlato a chi sa cosa vuol dire perdere. E soprattutto, a chi teme di non essere più riconosciuto da chi ama. Til Schweiger non firma un capolavoro, ma un atto di sincerità. Un modo dolce per dire che l’amore può resistere anche quando la memoria vacilla. E che a volte basta una nipotina per riportarci a casa.
Se avete avuto un nonno, o se ne avete uno che inizia a dimenticare, questo film vi parlerà. Vi farà male e vi farà bene. Vi farà sorridere con un nodo in gola. Guardarlo stasera non è solo vedere un film. È fare un passo dentro un ricordo che non è solo vostro, ma universale. Perché tutti, almeno una volta, abbiamo voluto tornare dove siamo stati felici. “Un viaggio indimenticabile” va in onda stasera in tv su Iris alle 21:15. Non fatevi ingannare dal titolo semplice. Dentro c’è molto di più.
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