Francesca Chillemi in un cinepanettone su Netflix? Sì, esiste e si chiama Natale da chef, una commedia italiana del 2017 che oggi, paradossalmente, fa più ridere di allora.
Alla regia c’è Neri Parenti, storico regista del genere, che in questo film riunisce alcuni dei volti più riconoscibili del nostro cinema popolare: Massimo Boldi, Biagio Izzo, Dario Bandiera, Rocío Muñoz Morales e, appunto, Francesca Chillemi. Un cast corale per una trama surreale, sopra le righe, volutamente sciocca. Ma cosa rende Natale da chef un piccolo cult fuori stagione? Forse proprio il suo essere così fuori dal tempo, così stonato, da risultare irresistibile. In un’epoca di commedie minimal e serie drammatiche, questo film è un tuffo in una comicità che non chiede permesso. Ti travolge con la sua assurdità.
Gualtiero Saporito (Boldi) è un uomo convinto di essere un grande chef. Peccato che nessuno riesca a mandare giù i suoi piatti. Letteralmente. Dopo l’ennesimo licenziamento, trova inaspettatamente lavoro in una gara d’appalto per il G7. Il motivo? Il titolare della ditta (Maurizio Casagrande) vuole perdere di proposito. Così da chiudere i debiti in cambio della sconfitta. Gualtiero viene messo a capo di una brigata composta da un aiuto cuoco senza gusto né olfatto (Biagio Izzo), un sommelier astemio (Dario Bandiera) e una pasticcera più esperta in striptease che in pasticceria (Rocío Muñoz Morales). Tra le presenze femminili proprio quella di Francesca Chillemi. Il risultato? Una serie di gag esilaranti, piatti disgustosi, e battute che sembrano uscite da un’altra epoca. Ma proprio per questo funzionano.
Il film è girato in Trentino, tra Trento, Riva del Garda e Arco. Le location sono splendide e contrastano con l’assurdità delle scene. L’effetto comico è amplificato. Neri Parenti si diverte a parodiare la mania per la cucina gourmet. Inventa ricette disgustose come il risotto con marmellata di visciole, sugna, caviale e anice. Un inno all’eccesso. Un no deciso al realismo. Ma c’è anche altro. Natale da chef segna il ritorno della coppia Boldi–Parenti dopo anni di distanza. Per chi è cresciuto con i cinepanettoni, questo film ha un sapore preciso: quello della nostalgia trash. Non ha vinto premi. Non ha segnato svolte nel cinema italiano. Ma è rimasto nella memoria di molti. Proprio per la sua incapacità di prendere sul serio se stesso. Francesca Chillemi, di solito associata a ruoli più romantici o spirituali (vedi Che Dio ci aiuti), qui mostra una vena ironica sorprendente. Brilla, anche se in un ruolo marginale.
Non è un film per chi cerca innovazione. È un film per chi ha voglia di staccare il cervello. Di ridere male. Di tornare a un’epoca in cui la commedia italiana era fatta di stereotipi, cadute, malintesi e battute urlate. Netflix, con questa scelta, rilancia un tipo di comicità che sembrava sepolta. Proprio quando nessuno pensa al Natale sarebbe il caso di vedere questo film. Per un ‘fascino fuori stagione’. Come una cartolina vintage trovata in soffitta. Un ricordo che fa sorridere e scuote l’assurdo. Un film che non ci aspettavamo di voler rivedere. Perché a volte, ridere senza motivo è tutto quello di cui abbiamo bisogno. Natale da chef è disponibile su Netflix. Guardalo con leggerezza. E forse, anche tu riderai di gusto. O di disgusto.
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