Occhiali scuri, un libro in mano, i piedi nella sabbia. Barbara Ronchi è in Sardegna. Non in un resort affollato, ma tra rocce, pini e silenzio.
L’attrice di Imma Tataranni – fiction di punta della Rai – ha scelto un’isola lontana dai clamori. Condividendo solo frammenti su Instagram: natura, luce e un ritmo lento. In queste immagini non c’è glamour. C’è qualcosa di più potente. C’è l’essenziale. Una gonna ampia, un costume nero, un cappello chiaro che nasconde il volto. Ronchi, nota per i suoi ruoli intensi e riservati, interpreta Diana De Santis, l’assistente del Sostituto Procuratore nella serie Imma Tataranni, accanto a Vanessa Scalera. Ma nella realtà, in queste ore, è semplicemente Barbara. Una donna tra i ginepri e l’acqua cristallina.
Alle sue spalle si riconosce la vegetazione dell’Arcipelago della Maddalena. Ma è Caprera la vera protagonista invisibile. L’isola dove anche Giuseppe Garibaldi visse gli ultimi anni. L’isola che ancora oggi preferisce i sussurri alla ribalta. Qui non ci sono barriere. Solo orizzonti. Qui si cammina scalzi, si legge in spiaggia, si ascolta il vento. Barbara Ronchi lo sa. E lo vive. Tra una nuotata e una passeggiata, sfoglia “Il giorno dell’ape”, romanzo dello scrittore irlandese Paul Murray. Una lettura leggera solo in apparenza. Proprio come questa vacanza.
Chi cerca riparo trova in Sardegna un rifugio. E in quest’estate 2025, l’isola ha già conquistato tanti volti noti. Da Luisa Ranieri ad Alberto Matano. Ma quella di Barbara Ronchi è una fuga più silenziosa. Più profonda. Un’assenza che diventa presenza. Una scelta che dice più di mille interviste.
Caprera non ha locali notturni. Non ha grandi hotel. Ha il mare più limpido d’Italia. Ha sentieri immersi nella macchia mediterranea e cale da raggiungere solo a piedi o in barca. Tra le più belle, Cala Coticcio, detta anche “Tahiti”, per via del colore del mare. Oppure Cala Napoletana, intima e nascosta. E ancora Cala Serena, Portese, Due Mari. Tutte diverse, tutte perfette per nuotare, meditare, o semplicemente restare fermi. Ronchi esplora questi luoghi con discrezione. Nessuna posa studiata. Solo attimi veri. La luce che filtra tra gli alberi. I pesci che nuotano vicino a riva. I suoi scatti restituiscono un modo diverso di fare vacanza. Quello di chi non ha bisogno di apparire, perché ha già scelto cosa guardare.
Caprera è anche storia. La Casa Museo di Garibaldi è una delle mete più significative dell’isola. Eppure, anche qui, il tempo sembra fermarsi. Si visita in silenzio, come tutto il resto. Chi ama camminare può salire fino a Monte Tejalone. Da lassù, si vede l’intero arcipelago. E si capisce perché chi arriva, spesso torna. Per i più attivi, ci sono percorsi ciclabili, tour in barca tra le isole vicine, e snorkeling tra fondali ancora incontaminati. Le guide locali offrono anche itinerari tematici e birdwatching.
Chi preferisce fermarsi, trova un chiosco vista mare o organizza un picnic sotto i pini. Basta poco. Una focaccia, dell’acqua fresca, un libro. I costi? Una camera in B&B a La Maddalena (collegata a Caprera da un ponte) parte da 90 euro. Una cena di pesce, tra i 35 e i 70. Un pranzo veloce, meno di 20. Il resto lo fa il paesaggio. O meglio, la possibilità di sparire per un po’. Come ha fatto Barbara Ronchi. Una scelta che oggi appare preziosa. Necessaria. Perché ci sono luoghi che non si mostrano. Si vivono. E attori che non si impongono. Ma si lasciano trovare.
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