Sole, pietra e silenzio: Emma Marrone ha scelto Pantelleria come rifugio per la sua estate 2025. Lo scatto condiviso nelle sue storie Instagram dice tutto: un divano antico, cuscini rossi e un tetto in pietra lavica con curve bianche che sembrano disegnare il vento. Non è Capri. Non è la Sardegna da copertina. È l’isola nera, selvaggia, ruvida, autentica. Un luogo che non si concede a tutti, ma che chiama chi cerca verità.
Emma Marrone, tra le voci più sincere del panorama musicale italiano, ha scelto questo angolo silenzioso di Sicilia per staccare. Niente yacht, niente flash. Solo dammusi, vento e orizzonti larghi. Pantelleria non ha spiagge bianche. Ha scogliere scolpite dal tempo, ha calette come Cala Gadir e Cala Levante, dove il mare è una lastra di vetro blu, e ha il Lago di Venere, dove ci si spalma il fango e si ride senza trucco.
La presenza di Emma aggiunge qualcosa. Non perché sia famosa, ma perché incarna bene l’anima dell’isola. Una donna vera, che si mostra senza filtri, tra la gente, nel cuore dell’estate. Negli ultimi anni Pantelleria ha attirato chi ha bisogno di silenzio. Chi vuole ritrovare sé stesso. Attori, artisti, architetti, designer. Gente che lavora con la sensibilità e con l’anima. E ora, anche Emma.
L’isola la accoglie con quello che ha: un bicchiere di Passito, il profumo di capperi sotto il sole, e i tramonti sul mare d’Africa. Basta poco. Basta tutto. Il suo dammuso sembra un abbraccio di pietra. In questo luogo ogni casa ha un’anima. E ogni vista racconta storie di vulcani, di contadini, di chi ha resistito. È una Sicilia antica, ma senza nostalgia. Emma è lì, e forse non ha bisogno di dire nulla. Lascia che a parlare siano il vento, il caldo, le luci basse della sera. È questa l’estate che ha scelto. E, a guardarla, forse vorremmo farlo anche noi.
Arrivare a Pantelleria è già un viaggio interiore. Ci si arriva in aereo, o in traghetto da Trapani. Ma soprattutto ci si arriva con la voglia di rallentare.
Giorno 1: tuffo al Lago di Venere, dove il fango naturale cura la pelle e i pensieri. Poi una cena in una trattoria: couscous di pesce, ravioli amari, capperi croccanti. Prezzo medio? 25 euro a persona.
Giorno 2: tour in barca tra grotte e scogliere. L’arco dell’Elefante ti lascia senza fiato. Si fa snorkeling, si ride, si pranza con pane, olive e formaggi del posto. Spesa? 10-15 euro. Nel pomeriggio si scopre la Grotta di Benikulà. Dentro, il vapore della terra ti avvolge. Una sauna naturale, dove il corpo si arrende e si rigenera.
Giorno 3: si torna indietro di 5.000 anni. Il Parco dei Sesi racconta l’archeologia di un’isola misteriosa. Poi trekking tra i vigneti e le colate laviche del Parco Nazionale. Con una guida costa circa 40 euro. Ma anche da soli, ci si perde volentieri. La sera si chiude con un calice di Passito in una cantina. Ogni sorso è sole, vento, sale. Costa 20-30 euro. Vale il viaggio.
Giorno 4: di nuovo acqua, ma stavolta termale. Le piscine naturali di Gadir sono libere. Si arriva a piedi, si entra, si respira. Non serve altro. Il pomeriggio è perdersi tra dammusi, muri a secco, cactus e silenzio. Il tramonto? Va visto a ovest. Con un drink da 7 euro, il cielo si colora di arancio, rosa e malinconia.
Vivere Pantelleria significa fare meno, ma sentirlo di più. Anche solo tre giorni sull’isola ti cambiano. Ti svuotano. Ti riempiono. Emma Marrone, forse, lo ha capito. Ha scelto il posto giusto per ascoltarsi. E noi, da qui, possiamo solo prendere nota. E partire.
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