Favignana, mare aperto, vela al vento e due ragazzi che si incontrano per caso: questo è Sulla stessa onda, il film italiano che pochi conoscono, ma che racconta una delle storie più vere e delicate degli ultimi anni.
Disponibile su Netflix, diretto da Massimiliano Camaiti al suo esordio, il film parla di amore adolescente, ma lo fa con una maturità sorprendente. Niente stereotipi, niente frasi fatte. Solo la realtà, a tratti bellissima, a tratti brutale. Elvira Camarrone e Christian Roberto sono Sara e Lorenzo. Giovani, veri, siciliani. Si conoscono durante un corso estivo di vela tra le isole Egadi. Lui è istruttore, lei allieva. Basta uno sguardo. Un’estate. Una promessa non detta. Tra le onde della Sicilia e i silenzi di Palermo, nasce un sentimento fragile ma intenso. Poi, improvvisamente, qualcosa cambia. Sara inizia a chiudersi. Non risponde più come prima. Il suo corpo le sta voltando le spalle. Una diagnosi spezza l’equilibrio: distrofia muscolare degenerativa. La malattia avanza, senza chiedere permesso. Ma l’amore non scappa. Anzi, resta. E si trasforma. Diventa qualcosa di più profondo.
Donatella Finocchiaro e Corrado Invernizzi interpretano i genitori di Sara. Vincenzo Amato è il padre di Lorenzo. Tutti si muovono in un equilibrio emotivo sincero, senza urla né eroi. Solo persone che cercano di capire, di restare. Sulla stessa onda non è un film da salotto domenicale. Non consola. Non cerca l’applauso facile. Ma ti resta dentro. Ti costringe a respirare più piano.
Il film è stato girato interamente in Sicilia, tra Favignana e Palermo. Il mare è più di uno sfondo. È metafora, rifugio, a volte minaccia. È il terzo protagonista della storia. Sempre presente. Sempre in movimento. I due attori principali, Elvira Camarrone e Christian Roberto, hanno seguito corsi di vela per prepararsi. Hanno anche visitato istituti dedicati alla cura della distrofia muscolare, per capire davvero cosa significa convivere con quel tipo di malattia. Questo si vede, si sente.
La colonna sonora è semplice ma potente. Su tutte, “Promise” di Ben Howard. Non serve altro. Le note accompagnano i silenzi, non li coprono. Fanno male, ma non troppo. Il giusto per farti restare. Sulla stessa onda non ha vinto premi importanti. Nessun festival lo ha celebrato. Ma ha trovato il suo pubblico. E lo ha fatto su Netflix, dove è ancora disponibile in streaming.
Ha anticipato una nuova sensibilità. Ha mostrato che in Italia si può raccontare l’adolescenza con autenticità, senza copiare gli young adult americani. Senza la retorica. Senza le frasi fatte. Solo con la verità. È stato accostato a film come “Colpa delle stelle” o “Il sole a mezzanotte”. Ma Sulla stessa onda è più sobrio. Più concreto. Forse più nostro. Ha aperto la strada a nuove produzioni italiane che parlano ai giovani, ma non li trattano da ingenui. E questo, nel 2021, non era affatto scontato. Non tutti i film devono diventare cult. Ma alcuni meritano almeno di essere visti. Sulla stessa onda è uno di quelli. È il film che guardi per amore, ma ricordi per coraggio. E tu? Hai il cuore abbastanza forte per affrontarlo?
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