Amadeus, la pazienza e quella frase sibillina alla finale di Like a Star: qualcosa bolle in pentola?
Da re Mida della televisione pubblica a outsider del prime time: il passaggio di Amadeus dal dorato mondo Rai al più “sperimentale” Nove non è stato affatto una passeggiata. Eppure, anche nelle serate più buie, il conduttore non perde mai la battuta. Lo ha dimostrato anche nella finalissima di Like a Star, andata in onda il 2 luglio quando, nel bel mezzo di un acceso scambio tra i giudici ha lanciato una frase che non è passata inosservata: “Il tempo, per come la vedo io, sistema tutto”. Un colpo di fioretto travestito da riflessione zen? O forse una frecciatina ben calibrata, che dice più di quanto sembri?
Nel momento in cui Amadeus ha pronunciato quella frase, gli sguardi in studio si sono incrociati. Non solo quelli dei giudici, ma anche quelli della regia e, ne siamo certi, di qualche dirigente Warner Bros. Discovery collegato in cuffia. Una frase che suona come un messaggio in bottiglia. Per chi sa ascoltare, è chiaro: Amadeus parla di sé, del suo passaggio al Nove, dei numeri deludenti, delle aspettative tradite. Ma anche del fatto che, forse, questo è solo l’inizio. Sotto quella camicia chiara elegantissima, l’Amadeus di luglio 2025 sembra diverso. Più riflessivo. Più consapevole. Meno “figlio dei dati Auditel” e più stratega di lungo corso. Perché se il pubblico non lo ha seguito, forse è solo questione di tempo, di formato giusto, di contesto.
I numeri, intanto, raccontano un’altra storia. Chissà chi è, Suzuki Music Party, The Cage, Like a Star: tutti programmi partiti tra grandi annunci e finiti nel silenzio. O peggio, nella disillusione. Like a Star, che doveva essere il nuovo Tale e Quale Show, si è schiantato contro ascolti fermi sotto il 3%. The Cage non è riuscito a farsi notare nemmeno con la presenza di Giulia Salemi. Chissà chi è si è spento nell’indifferenza del preserale. Ma Amadeus, pur riconoscendo il momento difficile, non si nasconde. Ha ironizzato in diretta, ha commentato con eleganza, ha evitato il vittimismo. E con quella frase sulla pazienza, ha lasciato intendere che settembre potrebbe essere il vero spartiacque.
In queste settimane, i corridoi delle sedi di produzione sono pieni di voci. Mediaset avrebbe messo gli occhi su di lui. Il suo nome potrebbe spuntare nei palinsesti dell’8 luglio, magari in accoppiata con un format nuovo o con una prima serata da rilanciare. In Rai, invece, la porta sembra chiusa. Ma Fiorello, amico fidato, starebbe cercando di riaprirla. Al Nove, i piani alti meditano sul da farsi: tenere un nome così importante senza risultati potrebbe rivelarsi un boomerang. Ma anche lasciarlo andare, ora, sarebbe un’ammissione di fallimento. La vera forza di Amadeus, oggi, è la lucidità. Sa che ha deluso, sa che serve una svolta. E sa anche che non basta il suo nome per spostare il pubblico. Serve il progetto giusto. Il contesto giusto. E, soprattutto, il tempo giusto. Quella frase lanciata in diretta, quindi, non è solo una riflessione. È un segnale. Un teaser. Un “ci vediamo a settembre”.
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