Stasera in tv, ore 21:20, su Cielo (canale 26). In prima serata, uno dei film più discussi, premiati e potenti del XXI secolo: La vita di Adele.
Palma d’Oro al Festival di Cannes 2013. Un riconoscimento mai assegnato prima a due attrici e al regista contemporaneamente. Un evento cinematografico che ha diviso la critica e toccato il cuore del pubblico. Un film intenso. Carnale. Vivo. Tratto dal graphic novel bestseller Il blu è un colore caldo di Julie Maroh, trasformato in un’esperienza visiva firmata Abdellatif Kechiche. Protagoniste assolute: Adèle Exarchopoulos ed Léa Seydoux. Due attrici che, con coraggio e talento, hanno dato volto e corpo a una storia d’amore che non si dimentica.
Una liceale inquieta. Un’artista dai capelli blu. Un amore che nasce tra i banchi di scuola e cresce tra desiderio, differenze sociali e sogni non condivisi. Il film ha vinto, oltre alla Palma d’Oro, anche il Premio FIPRESCI e un César per la miglior attrice esordiente. Ma ha soprattutto scosso il modo di raccontare l’amore queer al cinema. Più di 100 nomination internazionali, dai Golden Globe ai David di Donatello. Una forza narrativa che ha lasciato il segno, ben oltre il 2013. E stasera, è in chiaro, gratis, per tutti.
Adèle ha diciassette anni. Non sa ancora chi è. Ma sa cosa le manca. Incontra Emma. Ha i capelli blu, è sicura di sé. Dipinge, vive in modo diverso. Tra loro nasce qualcosa di più forte dell’attrazione. Qualcosa che cambia tutto. Vivono insieme. Amano. Crescono. Ma la vita non è un rifugio. È fatta di scelte, tradimenti, ambizioni diverse.
La vita di Adele non giudica. Mostra. Con primi piani che scavano l’anima, con silenzi che fanno rumore. Con corpi che parlano più delle parole. La regia di Kechiche è spietata e dolce. La camera resta vicina ai volti, ai dettagli, al sudore, alle lacrime. Nulla è idealizzato. Tutto è vissuto. “Alcune scene” hanno acceso discussioni globali. Troppo minuziose per alcuni. Necessarie per altri. Ma mai gratuite. Sono parte della verità dei personaggi. Le attrici hanno parlato apertamente delle difficoltà. Di una lavorazione lunga, intensa, quasi estenuante. Ma il risultato ha superato ogni confine. Non è solo una storia d’amore. È un racconto di classe sociale, identità, formazione. Di ciò che ci forma e di ciò che ci spezza.
Il nome della protagonista – Adèle – è stato mantenuto uguale a quello dell’attrice. Non per caso. In arabo significa giustizia. E questa è anche una storia di giustizia emotiva. La vita di Adele ha ispirato un’intera generazione di registi. Ha dato spazio al cinema LGBTQ+ europeo, rendendolo più intimo, umano, accessibile. Senza filtri. Senza eroi. Con persone vere. Dopo questo film, molte narrazioni queer sono cambiate. Meno ideologia, più verità. Più storie personali, meno slogan. È stato un punto di svolta. Oggi, a più di dieci anni dalla sua uscita, è ancora attuale. Forse più di prima. Chi ama il cinema autentico, oggi non può mancare. Appuntamento stasera in tv alle 21:20 su Cielo, canale 26 del digitale terrestre. Un film che ha fatto parlare il mondo. E continua a farlo.
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