Ieri sera su Rai 1 è andata in onda una replica di Imma Tataranni. La protagonista, Vanessa Scalera, ha incantato di nuovo il pubblico con il suo carisma fuori dagli schemi. Ma pochi sanno che su RaiPlay è disponibile un altro lato di lei. Più crudo, umano e struggente.
Il film si chiama Napoli Milionaria!, diretto da Luca Miniero. Uscito nel 2023, è passato quasi inosservato. Eppure è un’opera che merita di essere vista oggi più che mai. Accanto alla Scalera c’è Massimiliano Gallo, suo partner anche in Imma. Ma qui, nella Napoli del 1942, i loro volti raccontano miseria, paura e speranza. Il film è tratto da un capolavoro del teatro: la commedia omonima di Eduardo De Filippo. Con loro ci sono Vincenzo Nemolato, Carolina Rapillo, Andrea Solimena, Michele Venitucci. Tutti immersi in una città vera, girata nei vicoli di Forcella. Una Napoli che non è cartolina ma ferita aperta.
Napoli Milionaria! non è solo un film. È una resa dei conti. Con la storia, con la povertà, con le scelte sbagliate fatte per amore o disperazione. Ed è proprio la disperazione a guidare Amalia Jovine, madre di tre figli, costretta al contrabbando per sfamare la sua famiglia. Fino a trasformarsi. Fino a dimenticare chi è.
La guerra non si combatte solo al fronte. Lo ricorda bene Gennaro Jovine, interpretato con sguardo rotto da Massimiliano Gallo. Ex tranviere, scompare per oltre un anno, deportato dai tedeschi. Quando torna, non riconosce più casa sua. La moglie è ricca ma sola. Il figlio ruba gomme. La figlia è incinta e abbandonata. La più piccola è malata. La guerra è entrata in salotto e ha mangiato ogni cosa. Il momento più potente arriva tardi. Quando tutto sembra crollato, Gennaro stringe i pugni e dice solo una frase. Quella frase che oggi è proverbio. “Ha da passà ’a nuttata”. Lo dice piano. Senza urlare. Ma lo senti addosso. Perché tutti abbiamo avuto una notte da attraversare. E questo film te la ricorda con dolcezza e dolore.
Napoli Milionaria! non ha vinto premi, ma ha qualcosa di più raro: una verità che vibra. Un realismo che non forza. Una tensione morale che ti scava dentro. La regia di Miniero è invisibile ma precisa. Non tradisce mai il testo originale di Eduardo, ma lo avvicina al nostro presente. Senza gridare. Senza modernizzare forzatamente. Solo con umanità. Scalera e Gallo sono il cuore pulsante. Il loro rapporto, fatto di scontri, silenzi e piccoli perdoni, porta sullo schermo la fatica di essere famiglia in tempi disumani. È anche grazie a film come questo che il teatro napoletano continua a parlare alle nuove generazioni. Non come memoria, ma come specchio. E come allarme.
Nel mezzo delle tante proposte su RaiPlay, questo film rischia di passare inosservato. Ma è uno di quelli che restano. E che, forse, ti cambiano. Guardalo oggi. Non perché è un dovere culturale. Ma perché è un pezzo di verità che riguarda tutti. Anche chi non è mai stato a Napoli. Perché la notte — quella vera — non ha confini geografici. Ma finisce solo se qualcuno ha il coraggio di aspettare l’alba.
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