Stasera in tv su Rai 4 Keanu Reeves torna nei panni di John Wick in quello che è considerato il capitolo più intenso e visivamente potente dell’intera saga. Oggi va in onda “John Wick 4”, un film che ha ridefinito il cinema d’azione moderno.
Non è solo un film. È un rito. Un’estetica. Un dolore sussurrato tra i colpi di fucile. John Wick 4 mescola brutalità e grazia, filosofia e vendetta. Lo dirige Chad Stahelski, ex stuntman diventato regista cult. E nel cast brillano nomi come Donnie Yen, Bill Skarsgård, Ian McShane, Laurence Fishburne, Hiroyuki Sanada, Shamier Anderson e la cantautrice Rina Sawayama.
In questa nuova discesa nell’inferno criminale, John Wick cerca la libertà definitiva, braccato da un nuovo villain spietato: il Marchese Vincent de Gramont. Con lui, entra in scena anche Caine, assassino cieco e vecchio amico di John. L’ambientazione è globale: da New York a Osaka, da Berlino a Parigi. E ogni città è un’arena. Ogni duello ha un suo codice d’onore.
Accanto a Reeves, troviamo anche il compianto Lance Reddick nel ruolo di Charon. La sua ultima apparizione è una ferita nel cuore degli spettatori. Al suo fianco, Ian McShane interpreta ancora una volta Winston, con la solennità di un sacerdote laico della violenza.
169 minuti. È il capitolo più lungo della saga. Ma ogni secondo è tensione, spettacolo, costruzione di un universo narrativo sempre più mitologico. Il film ha ricevuto 38 premi e 53 nomination a livello internazionale. Ha trionfato ai Critics Choice Super Awards 2024 come Miglior film d’azione e per il Miglior attore, proprio Keanu Reeves.
Il National Board of Review l’ha premiato per le sue acrobazie. La Online Film Critics Society per il coordinamento stunt. E il pubblico lo ha amato per una ragione semplice: non assomiglia a niente di già visto.
Una delle scene più memorabili? La sequenza con il fucile Dragon’s Breath, girata con visuale dall’alto. Stava per essere tagliata, ma è stata salvata in extremis. Ora è diventata leggenda. Le scale di Montmartre sono un altro simbolo del film. La salita verso il Sacré-Cœur diventa epica, simbolica, disperata. John cade. E si rialza. Più volte. Come la sua anima.
Il personaggio di “Nessuno” (Shamier Anderson) è misterioso, affascinante, quasi mitologico. Non ha passato, ma ha uno sguardo. E lascia presagire nuovi sviluppi futuri. La regia rinuncia al green screen. Gira tutto in location reali. Parigi, Berlino, Osaka non sono sfondi: sono protagonisti. John Wick 4 non è solo spettacolo. È una riflessione sul codice d’onore, sulla solitudine, sulla redenzione. Ogni pallottola ha un peso. Ogni gesto è un addio.
L’impatto del film è stato enorme. Ha dato il via a spin-off come Ballerina con Ana de Armas e alla miniserie The Continental. Ma soprattutto ha portato la professione dello stuntman alla ribalta. Ha chiesto a gran voce un Oscar per loro. Keanu Reeves ha affrontato mesi di addestramento, imparando nuove arti marziali e coreografie impossibili. Il suo impegno fisico ha riscritto le aspettative per gli attori d’azione. Se ami il cinema che lascia il segno, John Wick 4 è il tuo appuntamento. Un’ultima danza sotto la pioggia. Un addio forse. O forse no. Stasera in tv, non perderlo. È un film che ti colpisce. E poi ti rimane dentro.
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