Barbara Ronchi, l’eleganza del dolore premiata a Riccione: in streaming arriva Familia.
Barbara Ronchi incanta. Con il suo volto nudo e potente, fatto di verità e sguardi che bucano lo schermo, riceverà il Premio Maximo come Miglior Attrice Film TV per Il treno dei bambini, produzione firmata Palomar per Netflix. Il riconoscimento le sarà consegnato il 28 giugno, durante il gala di chiusura dell’Italian Global Series Festival, a Riccione. Un festival che si prepara a diventare il nuovo epicentro della serialità internazionale, e che ha scelto di premiare proprio lei, tra le voci più intense del nostro cinema.
Ronchi dà corpo e anima al ruolo di Maddalena, una madre spezzata e coraggiosa nel cuore della Napoli del dopoguerra, raccontata attraverso la lente delicata e incisiva della regista Cristina Comencini. Il treno dei bambini non è solo una fiction, è un’opera di resistenza emotiva, e Barbara, come spesso le accade, ne è la colonna portante. Chi l’ha vista in Rapito, chi l’ha ascoltata nei silenzi di Settembre o nei turbamenti di Padrenostro, conosce bene il peso delle sue interpretazioni: ogni battuta sussurrata, ogni gesto trattenuto, è una crepa aperta nel muro del dolore. Un dolore che lei sa abitare con pudore, senza mai giudicare.
C’è un altro titolo che parla della grandezza di Barbara Ronchi, ed è Familia, ora disponibile a noleggio su Prime Video. Diretto da Francesco Costabile e presentato a Venezia 81 nella sezione Orizzonti, il film è un pugno allo stomaco. La storia vera di Luigi Celeste, che uccise il padre per difendere sé e la sua famiglia da anni di abusi, si fa carne, ossa e silenzio grazie alla regia cruda e agli interpreti, tutti straordinari. Ma è Barbara Ronchi, nei panni della madre Licia, a catalizzare l’attenzione: remissiva, spezzata, eppure sempre presente, è l’anima stanca e impaurita di una casa invasa dalla violenza. Familia non edulcora. È un film denso, che racconta la spirale dell’orrore domestico senza scorciatoie, senza estetismi.
In questa messa in scena claustrofobica, Ronchi lavora per sottrazione. Mai teatrale, mai compiaciuta, fa di ogni suo sguardo un grido muto. Accanto a lei, Francesco Gheghi regala una performance da applausi, premiata a Venezia come Miglior Attore della sezione. Critica e pubblico lo hanno accolto con un’onda di consensi: Familia è stato candidato ai Nastri d’Argento e ai David di Donatello, ha ricevuto la segnalazione Cinema for UNICEF, e continua a far discutere per la sua forza civile. Ma è anche un film che ti resta addosso per il coraggio delle sue scelte narrative, per la durezza di temi come il femminicidio, la tossicità dei legami familiari, l’assenza delle istituzioni, e per la sua assoluta onestà emotiva. Barbara Ronchi, ancora una volta, non interpreta. Vive. E ci ricorda perché è una delle attrici più preziose del cinema italiano contemporaneo.
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