Storia vera, emozioni forti: Rai trasmette il film che l’Europa non deve dimenticare

Rai Cinema porta in tv Open Arms – La legge del mare: una storia vera che fa tremare il cuore.

Dopo il clamore suscitato da Io capitano di Matteo Garrone, Rai Cinema rilancia con un’altra opera potente, necessaria e drammatica. Si tratta di Open Arms – La legge del mare, film diretto da Marcel Barrena, in arrivo in autunno sui canali Rai. La pellicola racconta una storia vera, che non lascia scampo all’indifferenza: quella di Òscar Camps, fondatore della ONG Open Arms, che ha deciso di agire davanti al disastro umanitario che si consuma ogni giorno nel Mediterraneo. A scuotere la coscienza di Camps è una fotografia che ha fatto il giro del mondo: il piccolo Alan Kurdi, senza vita, su una spiaggia turca. Da quell’immagine nasce la missione. Il film segue Òscar e l’amico Gerard, partiti per Lesbo per soccorrere migranti alla deriva.

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Open Arms, in onda su Rai 1 prossimamente

Lo spettatore assiste, senza filtri, alla tensione, alla paura, alla disperazione. Ma anche alla tenacia e alla solidarietà di chi, senza uniforme né stipendio, decide di affrontare il mare per salvare delle vite. Il film di Barrena non indora la pillola. Mostra l’indifferenza delle istituzioni, le difficoltà burocratiche, l’ostilità perfino verso chi aiuta. Eppure, accanto a questa freddezza, emergono anche volti di umanità: volontari, pescatori, cittadini comuni che scelgono di non voltarsi dall’altra parte. Open Arms – La legge del mare rappresenta un pugno nello stomaco, proprio come Io capitano. Ma se Garrone ha scelto il punto di vista dei migranti, raccontando la traversata dal cuore dell’Africa fino alle coste italiane, Barrena si concentra su chi, in Europa, si rifiuta di restare a guardare.

Due film, un’unica verità per Rai Cinema: non si può restare indifferenti

Le somiglianze tra i due film sono tante, ma complementari. Io capitano mette in scena l’odissea di due ragazzi senegalesi, Seydou e Moussa, disposti a tutto pur di inseguire un sogno. È un viaggio epico, ma anche devastante, dove la fiaba si trasforma spesso in incubo. Open Arms, invece, sceglie il realismo. Le missioni di salvataggio, le imbarcazioni sovraffollate, il dramma minuto per minuto. Non c’è spazio per la metafora: qui si racconta la realtà, nuda e cruda. Entrambi i film ci costringono a riflettere sul ruolo dell’Europa. Da un lato, un continente visto come meta, simbolo di salvezza. Dall’altro, un territorio incapace (o non disposto) a rispondere con umanità.

La Rai punta ancora su storie che scuotono. Con la scelta infatti di trasmettere questo film, la Rai conferma una direzione chiara: dare spazio a racconti forti, attuali, capaci di sollevare domande e coscienze. Non solo intrattenimento, ma memoria, consapevolezza, impegno civile. Dopo Io capitano, che ha emozionato il pubblico e raccolto premi internazionali, arriva ora un altro tassello per comprendere il dramma migratorio senza retorica. Perché davanti a certe immagini e a certe storie, restare indifferenti non è più possibile.

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