Stasera in tv alle 21:15 su Iris (canale 22) va in onda Land, un film che parla piano ma lascia un’eco forte. Un’opera che ha segnato l’esordio alla regia di Robin Wright, attrice iconica di House of Cards e Forrest Gump, e che ha conquistato il Sundance Film Festival 2021.
Un titolo da non perdere, soprattutto se cerchi storie vere. Quelle che scavano. Che non ti urlano cosa provare, ma te lo fanno sentire.
Edee Holzer ha perso tutto. Suo marito. Suo figlio. Una sparatoria durante un concerto le ha portato via ogni cosa. Non trova pace. Non trova parole. Nemmeno la terapia riesce a scalfire il vuoto. Decide allora di sparire. Si rifugia in una baita isolata tra le montagne del Wyoming. Senza elettricità. Senza telefono. Senza contatti con il mondo. Solo neve, vento e silenzio.
Ma la natura non fa sconti. Edee è impreparata. Non sa cacciare, né tagliare legna. Un orso le distrugge le provviste. È sola. Affamata. Vicina a mollare. Fino a quando arriva Miguel. Un cacciatore che conosce la montagna. Anche lui ha perso. Anche lui sa cosa vuol dire restare in piedi solo per amore di chi non c’è più. Con l’aiuto dell’infermiera Alawa, Miguel salva Edee. Le insegna a vivere nel bosco. A cucinare, a difendersi. A respirare di nuovo. Nasce così un legame raro. Di silenzi e rispetto. Di cicatrici condivise. Quando Miguel si ammala gravemente, Edee ricambia. Va da lui. Lo saluta. E poi torna a valle. Si rialza. Si riavvicina alla sorella Emma. E trova, finalmente, un modo per ricominciare.
Land è un film intimo, essenziale, autentico. Un racconto che parla di perdita, ma anche di rinascita. Di natura selvaggia come specchio di un’anima in frantumi. Di isolamento non come fuga, ma come ricostruzione. Robin Wright inizialmente doveva solo dirigere. Ma quando le attrici contattate non erano disponibili, ha deciso di mettersi in gioco anche davanti alla camera. In 29 giorni ha girato tutto, in condizioni spesso estreme.
Le Montagne Rocciose canadesi, in Alberta, fanno da cornice perfetta a questo viaggio interiore. Ogni inquadratura respira. Ogni scena ha il peso di ciò che non viene detto. Nel cast anche Demián Bichir (candidato all’Oscar per A Better Life) nel ruolo di Miguel, Kim Dickens come sorella di Edee, e Finlay Wojtak-Hissong nel delicato ruolo del figlio perduto. La pellicola ha ottenuto recensioni positive. Ma più dei numeri, ha colpito il cuore. Non ha vinto premi importanti. Ma ha aperto una porta. Ha mostrato che si può fare cinema d’autore anche con poco. Con budget ridotto. Con tempi stretti. Con una voce vera.
Il confronto con Into the Wild è inevitabile. Ma Land sceglie un altro sguardo. Non è una fuga dalla società. È un tuffo dentro il dolore. È la resilienza femminile che trova spazio e dignità su uno schermo spesso affollato da eroi solitari maschili. Da quando è uscito, Land ha ispirato altre attrici-registe. Ha ricordato che le storie di sopravvivenza non devono per forza essere rumorose. Che il cinema può essere un sussurro che resta dentro. Stasera in tv, se puoi, guardalo. Lascia che il silenzio della neve e lo sguardo di Edee ti parlino. Perché Land non ti urla in faccia. Ti tocca piano. E proprio per questo, non si dimentica.
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