Pino Insegno e Gerry Scotti: due proposte solide, tra novità e polemiche che non aiutano gli ascolti.
L’estate 2025 mette in scena l’ennesimo capitolo della sfida preserale tra Rai 1 e Canale 5. Reazione a Catena, affidata per il secondo anno a Pino Insegno, è tornata in onda l’8 giugno con un format rinfrescato: scenografia rinnovata e nuovi giochi come Le parole mancanti e La sillaba fortunata. Dall’altra parte, Caduta Libera con Gerry Scotti ha ripreso il suo posto già dal 12 maggio, puntando su ospiti vip e l’effetto nostalgia, dopo l’exploit invernale de La Ruota della Fortuna. Entrambi i programmi occupano la stessa fascia oraria: le 18:45, momento chiave per le ammiraglie, in cui si cerca di traghettare lo spettatore verso il prime time.
Ma gli ascolti parlano chiaro. Crisi nera per i preserali, con Caduta Libera sotto i 2 milioni (1.871.000 telespettatori e 16.1% di share) e Reazione a Catena che, pur superando i 2,9 milioni, si attesta su numeri in calo rispetto al passato (23.1%). Il caso più discusso resta quello della trasmissione Rai. Il pubblico social ha preso di mira i Tiri Liberi, squadra campione da settimane. Tra accuse di partite troppo facili, scelte di avversari discutibili e un’atmosfera giudicata “da dilettanti allo sbaraglio”, il malcontento si è trasformato in una valanga quotidiana di critiche. Al centro, la figura di Sabrina, componente del trio, tacciata di toni eccessivi e urla fuori luogo. C’è chi ipotizza una mano degli autori per facilitare la squadra e spingere in alto la tensione (e forse l’audience). Ma il risultato finale è incerto.
Reazione a Catena e Caduta Libera: qual è la vera causa del flop Auditel di Pino Insegno e Gerry Scotti
Curiosamente, Caduta Libera resta fuori dal fuoco delle polemiche. Niente critiche eccessive, niente casi virali. Ma anche niente slanci negli ascolti. La calma piatta, in questo caso, non sembra premiare. Il quiz condotto da Scotti fatica a tornare ai fasti di un tempo, e l’impressione è che il suo spazio venga ormai percepito come una routine rassicurante, ma priva di mordente. Paradossalmente, è proprio il chiacchiericcio a fare danni. Le polemiche attorno a Reazione a Catena dominano le conversazioni online, ma non si traducono in fedeltà televisiva. Anzi. La sensazione è che più se ne parla, meno si guarda. L’effetto boomerang è servito: il programma alimenta dibattiti, meme e post virali, ma perde telespettatori puntata dopo puntata.

In un contesto estivo, poi, la missione si complica. Le giornate si allungano, la gente esce, le priorità cambiano. E mentre il pubblico si sposta verso l’esterno tra aperitivi, spiagge e uscite serali, la televisione rimane lì, spesso ignorata. Il preserale, un tempo baluardo delle abitudini italiane, sembra diventare una zona di transito trascurabile. La “maledizione del preserale” colpisce entrambi i fronti. Da un lato l’overdose di clamore, dall’altro la totale assenza di stimoli. Reazione a Catena e Caduta Libera si trovano così in un limbo: troppo rumorosi o troppo silenziosi, ma entrambi incapaci, per ora, di riconquistare l’attenzione. E il pubblico? Si è fatto più selettivo, più distratto, più infedele. E forse, più semplicemente, ha solo deciso che le 18:45 sono l’ora perfetta, per fare altro.
