Leonardo DiCaprio in versione “millennial spaesato”: il cult sottovalutato che devi recuperare subito su RaiPlay.
Prima di diventare il re di Wall Street e sopravvivere agli orsi di Revenant, Leonardo DiCaprio ha affrontato uno dei viaggi più allucinanti e spiazzanti della sua carriera in The Beach (2000). E no, non parliamo solo di zaini, zanzare e spiagge paradisiache. Diretto da Danny Boyle, il film è un piccolo cult dimenticato che adesso puoi (ri)scoprire su RaiPlay. Sì, proprio lì, gratis e senza bisogno di VPN esotiche. Richard ha vent’anni, è americano, ha gli occhi azzurri e un vago disprezzo per i resort all inclusive. Arrivato a Bangkok in cerca di esperienze “vere”, si imbatte in un personaggio decisamente sopra le righe: Daffy, interpretato da Robert Carlyle, che gli lascia in eredità una mappa misteriosa.
Destinazione? Un’isola segreta, fuori dalle rotte turistiche, dove pare esista una comunità che vive in armonia con la natura. O almeno così dicono. Richard convince due giovani francesi, la bellissima Françoise (Virginie Ledoyen) e il suo fidanzato Étienne (Guillaume Canet) a seguirlo. La traversata è pericolosa, ma una volta arrivati trovano davvero quella che sembra la versione tropicale di una bolla felice. Peccato che, come in ogni bolla che si rispetti, basta poco per farla scoppiare. A capo della comunità c’è Sal (una magnetica Tilda Swinton), carismatica e implacabile. Le regole sono semplici: silenzio, fedeltà e nessun contatto con il mondo esterno. Ma più Richard cerca di integrarsi, più qualcosa si incrina. L’idillio diventa claustrofobia, le risate si trasformano in paranoia, e la sabbia bianca si tinge presto di rosso. La tensione cresce scena dopo scena, tra gelosie, segreti e una violenza latente che scava nel profondo. Richard, da backpacker ingenuo, si trasforma in un uomo disilluso e borderline. È un Cuore di tenebra con le palme, un viaggio interiore che mescola thriller, psicodramma e allucinazioni tropicali.
Uscito nel 2000, The Beach ha ricevuto critiche altalenanti. La fotografia di Darius Khondji è mozzafiato, la colonna sonora (con Moby e gli All Saints) è pura nostalgia anni Duemila, ma la narrazione non ha convinto tutti. Troppo caotica per alcuni, troppo ambiziosa per altri. DiCaprio, reduce dal fenomeno Titanic, cercava un ruolo che lo allontanasse dall’immagine da poster-boy, e forse non tutti erano pronti a vederlo così. Eppure, riguardandolo oggi, questa pellicola risuona più attuale che mai. Parla di disillusione, di comunità tossiche travestite da utopie, di una generazione in fuga dal mondo ma incapace di trovare davvero un rifugio.
Il paradiso perduto non è più una favola, è un warning. Il romanzo è di Alex Garland, lo stesso di Ex Machina e Annihilation. Ewan McGregor doveva essere il protagonista, ma fu rimpiazzato da DiCaprio: scelta che incrinò (per anni) l’amicizia con Boyle. La mappa dell’isola? L’ha disegnata proprio Garland. Le riprese in Thailandia sollevarono un polverone per l’impatto ambientale. Altro che paradiso intatto.
Stasera in tv su Iris alle 21:17 va in onda uno dei capolavori più amati…
Gerry Scotti è pronto a un altro torneo in prima serata su Canale 5: non…
Ieri sera si è svolta una nuova manche di Sanremo Giovani, il format guidato da…
Stasera su RaiPlay potreste lasciarvi travolgere dalla magia di Eduardo De Filippo. Infatti, Maria Vera…
Netflix propone ogni giorno migliaia di contenuti ai suoi utenti. Tra film e serie tv,…
Aurora Ramazzotti e i consigli per far crescere una pianta di avocado in casa: ecco…