Stasera in tv c’è Ladyhawke, non solo un film, ma una favola gotica, una storia romantica travestita da leggenda medievale.
Oggi, alle 21:35 su TV8, torna in onda il film fantasy che ha stregato intere generazioni. Diretto da Richard Donner nel 1985, Ladyhawke è diventato un cult nonostante un inizio difficile. Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer e Matthew Broderick sono le anime di questa pellicola. Un cast internazionale che ha segnato gli anni ’80. Una produzione girata in Italia, tra castelli antichi e montagne sacre.
Il film fu candidato a due Premi Oscar: miglior sonoro e miglior montaggio degli effetti sonori. Non vinse, ma conquistò il cuore degli spettatori e guadagnò nel tempo il titolo di pietra miliare del genere fantasy.
Ladyhawke racconta un amore maledetto. Quello tra Etienne Navarre, un ex capitano trasformato in lupo, e Isabeau d’Anjou, condannata a diventare un falco alla luce del sole. A separarli è il sortilegio di un vescovo crudele. L’unico spiraglio di salvezza arriva da Philippe Gaston, detto “il topo”, un giovane ladro fuggito dalle segrete del castello. Con loro, un monaco disilluso ma leale, Imperius, interpretato da Leo McKern. Insieme, sfidano la maledizione e il potere per cercare la libertà. John Wood è il vescovo, l’antagonista gelido che incarna il fanatismo. Nel cast anche Alfred Molina, Ken Hutchison, Loris Loddi, Giancarlo Prete e Venantino Venantini.
Il film è girato interamente in Italia: tra le location ci sono Rocca Calascio, Castell’Arquato, Torrechiara, le Dolomiti e altri luoghi iconici del nostro patrimonio architettonico. La colonna sonora, firmata da Andrew Powell e prodotta da Alan Parsons, mescola sinfonia e rock elettronico. Una scelta audace che oggi è culto.
Il segreto del successo di Ladyhawke sta nell’emozione che trasmette. In ogni scena, si percepisce il tormento di un amore impossibile. E il desiderio profondo di rompere le catene del destino. Ogni inquadratura è pensata come un dipinto. Donner usa la luce naturale per accentuare la solitudine dei protagonisti. Le trasformazioni magiche, rese con effetti semplici ma poetici, toccano l’anima.
Il film esplora la dicotomia tra natura e umanità. Tra fede e superstizione. Tra libero arbitrio e condanna. Ma soprattutto, tra amore e impossibilità. Il personaggio di Philippe, con la sua ironia e il suo sguardo da ragazzo comune, ci guida in questa favola dai toni oscuri. Rende la storia accessibile, umana, viva.
Nel tempo, Ladyhawke ha ispirato intere generazioni di registi. Ha aperto la strada a un certo tipo di fantasy europeo, più intimo e spirituale, lontano dai grandi effetti speciali. Film come Legend, Willow o anche Stardust devono qualcosa a questa pellicola. Alla sua estetica, al suo ritmo, alla sua colonna sonora unica.
Oggi è considerato un cult. Un’opera che ha saputo superare le critiche iniziali e rimanere viva nella memoria collettiva. Il falco protagonista, chiamato Spike II, divenne ambasciatore per la protezione della fauna. Anche questo dettaglio aggiunge fascino e leggenda a un film già mitico. Ladyhawke è più che un fantasy. È un viaggio nei sentimenti, nella resistenza, nel coraggio di cambiare il proprio destino. È una dichiarazione d’amore al potere del cinema. Stasera in tv, se non preferisci un film con Kevin Spacey, lasciati trasportare da Michelle Pfeiffer. Anche se conosci la fine, rivivila. Ogni volta sarà diversa. Ogni volta, sarà magia.
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