Gli spaghetti al pomodoro “a sentimento” di Andrea Mainardi: altro che primo piatto, è una bomba di gusto.
Quando si parla di Andrea Mainardi, ormai volto amatissimo di È Sempre Mezzogiorno, non si parla solo di cucina. Si parla di personalità, istinto, estro puro. Una cucina che non segue le regole, ma il cuore. Al suo fianco, Antonella Clerici e l’altro guru dei fornelli, Daniele Persegani, formano un trio che ormai è diventato culto per il pubblico del mezzogiorno. E proprio sul suo profilo Instagram, Mainardi ha lanciato una bomba: gli spaghetti al pomodoro “a sentimento”, che sembrano un semplice primo della tradizione e invece nascondono una preparazione da chef stellato, anzi, da rockstar.
Non cercare dosi. Non ci sono. E non servono. La cucina di Mainardi è fatta di occhi, naso, orecchio e pancia. Si va a istinto, ma con tecnica sopraffina. Il risultato? Uno spaghetto al pomodoro che non è mai banale. Anzi, lascia il segno. Tutto parte dalla base: cipolla tagliata finissima a julienne, lasciata appassire dolcemente in un buon olio extravergine, senza fretta. Il tempo che ci vuole per farle raccontare qualcosa. Poi entrano in gioco i pomodori. Non uno, ma tanti, di varietà diverse. San Marzano, datterini, magari qualche pomodorino del piennolo se si ha fortuna. Li taglia e li butta in pentola, sopra la cipolla, insieme a foglie di basilico fresco. E lì inizia la magia: un’ora di cottura lenta, senza coperchio, con il profumo che invade la cucina. Dopo questa lunga coccola, tutto passa al passaverdure. Niente frullatori. Mainardi lo lascia intendere chiaramente: la grana sottile e vellutata si ottiene solo così.
Il sugo ritorna in pentola, ma ora arriva il bello: gli spaghetti non si lessano a parte, ma si risottano nel sugo, versandoli direttamente nel pomodoro con un po’ di acqua calda alla volta. Una mantecatura che fa paura. E quando pensi sia finita, Mainardi alza ancora l’asticella: tocchetti di burro, abbondanti, mica timidi e una pioggia di formaggio grattugiato (grana o parmigiano? Decide il cuore). Ancora basilico fresco per profumare tutto, e via in tavola.
La verità è che non stiamo parlando di un semplice primo. È un’esperienza multisensoriale, un inno alla cucina fatta con amore, tecnica e quel pizzico di follia che solo certi cuochi sanno permettersi. Mainardi dimostra ancora una volta che la semplicità è l’inganno più riuscito: ci si illude di preparare un piatto banale, ma ci si ritrova davanti a qualcosa che lascia a bocca aperta.
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