È il 31 maggio e su Italia 2, canale 49, alle 21:15, torna un film che ha segnato un’epoca. “Poltergeist – Demoniache presenze” non è solo un cult del 1982. È un trauma collettivo, uno spartiacque nell’horror, leggenda.
Alla regia c’è Tobe Hooper, lo stesso di Non aprite quella porta. Ma dietro le quinte c’è la vera mente: Steven Spielberg. Produce, scrive, dirige. E il risultato? Un film che ancora oggi fa paura. Davvero. La protagonista è Heather O’Rourke, appena sei anni, occhi enormi e voce che trapassa lo schermo. È lei che dice “They’re here”. È lei che scompare nel nulla. La sua famiglia, i Freeling, vive una vita normale. Finché la normalità diventa incubo.
Accanto a lei, un cast affiatato: JoBeth Williams, Craig T. Nelson, Dominique Dunne, Oliver Robins, Zelda Rubinstein, Beatrice Straight. Nessuno di loro sapeva che avrebbero fatto la storia. E forse, non solo quella del cinema. Perché “Poltergeist” non è solo un film. È un caso. È un mistero.
Tutto inizia con un televisore acceso. Poi voci. Luci. Rumori. Una bambina che si gira e parla con l’invisibile. Da lì, il terrore. Ogni stanza si ribella. Le pareti si muovono. I mobili volano. Qualcosa rapisce Carol Anne. I genitori si affidano prima agli scienziati. Poi a Tangina, la medium. Zelda Rubinstein diventa un’icona del genere. Inquietante. Mistica. Indimenticabile.
Dietro le quinte, però, succede di tutto. È vero: nella famosa scena della piscina, vennero usati scheletri umani reali. Costavano meno di quelli finti. Ma gli attori non lo sapevano. Quando lo scoprono, il set cambia atmosfera. Per sempre. Ci sono anche morti vere. Dominique Dunne, che interpreta Dana, viene uccisa dal suo ex poco dopo l’uscita. Heather O’Rourke muore a 12 anni, prima di girare il terzo film. Lou Perryman sarà assassinato anni dopo.
Questi eventi alimentano la leggenda. Il film è maledetto? C’è chi lo crede. C’è chi lo scrive e chi ha paura ancora oggi. Eppure, è impossibile staccare gli occhi dallo schermo. Una delle scene più scioccanti è quella davanti allo specchio. Un personaggio si guarda e si “toglie” la faccia. Senza CGI. Solo trucco, lattice e talento. Impressionante. Ancora oggi.
Il pubblico premiò il film: 3 nomination agli Oscar nel 1983, tra cui miglior sonoro ed effetti visivi. 6 nomination ai Saturn Awards, con una vittoria. Poltergeist ha lasciato un segno. Ha ispirato Paranormal Activity, The Conjuring, Insidious, cambiato per sempre il modo di raccontare l’horror domestico, ha fatto capire che la paura può nascere nel salotto di casa.
Spielberg, nel frattempo, ci aveva visto lungo. Dopo E.T., questo era il suo lato oscuro. Il lato che non tutti hanno il coraggio di guardare. Ma che affascina da decenni. Stasera in tv, su Italia 2, è tempo di rivederlo. Magari per la prima volta. Magari da adulti. Ma con gli stessi brividi di allora. Perché “They’re here” non è solo una battuta. È un avvertimento.
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