Luca Marinelli ruba l’anima su RaiPlay: film che parla d’amore come nessun altro

Il padre d’Italia è su RaiPlay: Luca Marinelli commuove in un film che parla d’amore, solitudine e rinascita.

Certe storie arrivano quando meno te lo aspetti. Come quella raccontata da Il padre d’Italia, disponibile su RaiPlay, che non è solo un film: è un viaggio emotivo, intenso e profondamente umano. Diretto da Fabio Mollo, il film del 2017 è una piccola gemma del cinema italiano contemporaneo, resa indimenticabile dall’interpretazione di un Luca Marinelli in stato di grazia. Paolo (Marinelli) è un trentenne torinese, omosessuale, solitario e incapace di immaginarsi nel futuro. La vita lo ha reso prudente, il cuore chiuso in una scatola che nessuno ha saputo aprire davvero. Fino a quando, in una dark room qualunque, incontra Mia (una vibrante Isabella Ragonese), incinta di sei mesi e sull’orlo del crollo.

luca marinelli
Luca Marinelli su RaiPlay

Letteralmente: sviene tra le sue braccia, e da quel momento nulla sarà più lo stesso. La forza di Il padre d’Italia è tutta qui: in un’improbabile coppia che decide di partire, senza certezze e senza mappe. Paolo e Mia attraversano l’Italia, da Torino a Napoli, fino a una Calabria intima e familiare alla ricerca del padre del bambino che Mia porta in grembo. Ma, come accade nei viaggi più veri, ciò che trovano non è ciò che cercavano. Paolo ritrova se stesso, Mia trova un luogo sicuro dove stare, almeno per un po’. Ed è questo “per un po’” che fa male: perché le famiglie, a volte, durano solo il tempo di una promessa.

Luca Marinelli incanta con una delle sue performance più toccanti su RaiPlay

Luca Marinelli non interpreta Paolo: lo diventa. Lo spettatore lo sente sulla pelle, nei silenzi, nei piccoli gesti che dicono molto più di mille battute. La sua è un’interpretazione che sfugge alla retorica e arriva dritta al cuore. Il dolore della perdita, il desiderio inconfessabile di essere padre, la paura di non bastare: tutto vive negli occhi di Marinelli, che riesce (ancora) a trasformare un personaggio schivo in un simbolo tenero e coraggioso di rinascita. La scelta di RaiPlay di inserire Il padre d’Italia nel proprio catalogo è un’occasione preziosa per (ri)scoprire un film che ha fatto della delicatezza la sua cifra stilistica.

Nessun effetto speciale, nessun colpo di scena gridato: solo l’umanità, nella sua forma più semplice e quindi più rara. La regia di Mollo segue i protagonisti con pudore e affetto, mentre la fotografia di Daria D’Antonio incornicia luoghi e volti con una luce mai invadente, ma sempre significativa. Quello che Il padre d’Italia racconta, in fondo, è un altro tipo di genitorialità: fatta di presenza, ascolto, accoglienza. Paolo non ha mai desiderato diventare padre, ma lo diventa nel momento esatto in cui smette di scappare da sé. E quando Mia, incapace di rimanere, se ne va lasciando la bambina a lui, Paolo non si tira indietro. Quel gesto semplice, devastante, reale, è il vero finale del film: l’inizio di una nuova vita.

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