Napoli trema per lo scudetto: su Netflix un film da vedere per placare l’ansia.
L’ansia è un fiume che scorre silenzioso per le strade di Napoli, oggi più che mai. Venerdì sera, in un Maradona che promette di esplodere come una scatola di fuochi d’artificio, il destino della Serie A 2024/2025 si decide in novanta minuti. Il Napoli è a un passo dal sogno, uno scudetto che manca da troppo tempo e che ora si gioca tutto contro il Cagliari. Ma mentre la città trattiene il fiato, c’è un modo per respirare, riflettere e lasciarsi attraversare dalle emozioni: guardare È stata la mano di Dio.
Diretto da Paolo Sorrentino, non è solo un film: è una carezza amara, un tuffo nell’identità partenopea, una cronaca viscerale di una città che si specchia nella sua squadra come in uno specchio di mare. Ambientato nella Napoli degli anni Ottanta, in una stagione segnata dall’arrivo di Diego Armando Maradona, il film racconta l’adolescenza del giovane Fabietto. Ma soprattutto racconta Napoli: la sua follia collettiva, il suo amore per il calcio, la sua voglia di riscatto. Chi attende il fischio d’inizio con le mani sudate e lo stomaco in subbuglio, può trovare conforto in questa pellicola. Perché Sorrentino non racconta solo una partita vinta: racconta una città che lotta per la vita ogni giorno, anche quando sorride.
Nel film, la vittoria dello scudetto con Maradona non è solo sport: è redenzione, è miracolo, è esplosione di felicità e dolore mescolati. Fabietto si salva grazie a quella famosa “mano di Dio”. Non segue i genitori in montagna per restare a vedere il Napoli, e così sopravvive. Ma perde tutto, tranne una cosa: la consapevolezza che anche nel lutto più profondo, Napoli resta lì, viva, scalpitante, colorata, impazzita per il pallone. È questa la forza della città, che oggi si prepara a una notte che potrebbe diventare leggenda. E se il risultato è incerto, il sentimento non lo è affatto: Napoli si riconosce nel suo destino, sempre.
Rivedere È stata la mano di Dio in queste ore è come aprire una finestra sul cuore della città. Non è solo nostalgia, è comprensione. È ricordare quanto ogni scudetto sia fatto di lacrime e urla, di famiglie che si stringono sui balconi, di bambini che imparano a sognare. Perché a Napoli il calcio è tutto. E tutto, nel calcio, può succedere. Sorrentino racconta la bellezza che nasce dal dolore, il trionfo che profuma di malinconia, la vittoria che non cancella le ferite ma le rende memorabili. Proprio come quella che potrebbe arrivare stasera.
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