Ci sono film che intrattengono e poi ci sono film che sconvolgono: Sicario, in onda stasera in tv alle 21:10 su Rai Movie (canale 24), è uno di questi.
Diretto da Denis Villeneuve e scritto da Taylor Sheridan, è un thriller teso come un filo elettrico. Un’opera che taglia il respiro e non lascia spazio alla speranza. Con un cast stellare – Emily Blunt, Benicio Del Toro, Josh Brolin, Daniel Kaluuya, Jon Bernthal – Sicario ci trascina oltre ogni confine morale. Letteralmente.
La protagonista è Kate Macer, giovane agente dell’FBI. Idealista. Determinata. Si ritrova coinvolta in una missione segreta per colpire il cartello messicano di Sonora. Il suo ingresso in un mondo fatto di silenzi, bugie e sangue è immediato. Travolgente. Accanto a lei due uomini enigmatici: Matt Graver, ufficiale CIA spavaldo e ambiguo. E soprattutto Alejandro, interpretato da Del Toro. Un personaggio che parla poco. Ma ogni parola pesa come un colpo di pistola.
Il viaggio li porta da Arizona e Texas fino a Ciudad Juárez. Dove il confine tra giusto e sbagliato si dissolve. E la missione rivela il suo vero volto: una strategia geopolitica per controllare il traffico di droga, favorendo un unico cartello “dominante”. È qui che Sicario cambia passo. Non è solo un film d’azione. È un’analisi glaciale della guerra invisibile che si combatte ogni giorno oltre il confine. E dentro ciascuno di noi.
Sicario è stato presentato al Festival di Cannes, ricevendo una candidatura alla Palma d’Oro. Ha ottenuto tre nomination agli Oscar – miglior fotografia, colonna sonora originale, montaggio sonoro – e ha consacrato definitivamente il talento visivo di Roger Deakins. Ma sono i dettagli non detti a scolpire questo film nella memoria. Le inquadrature desolate. Il rumore delle eliche. Gli sguardi pieni di segreti. Jóhann Jóhannsson firma una colonna sonora ossessiva. Tesa. Indelebile.
Sicario è il primo capitolo della “trilogia della frontiera americana” di Sheridan. Una saga che continua con Soldado (2018) diretto da Stefano Sollima. Insieme, raccontano l’America che non vediamo mai. Quella fatta di compromessi morali, violenza sistemica e battaglie perdute in partenza. Il film ha ispirato molte produzioni successive. Per stile visivo. Per ritmo narrativo e coraggio tematico. È diventato un riferimento per chi racconta la frontiera non con eroi, ma con vittime e carnefici che si confondono.
Villeneuve, dopo Sicario, ha diretto Arrival, Blade Runner 2049 e Dune. Ma c’è chi ancora oggi lo considera il suo film più riuscito. Il più spietato. Il più umano. Perché Sicario parla di scelte. Di giustizia piegata. Di verità che fanno male. E di emozioni che, una volta entrate, non se ne vanno più. Stasera in tv, se non preferisci il romanticismo puro, preparati a guardare dentro l’abisso. E a non distogliere lo sguardo.
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