Stasera in tv su Rai Movie (canale 24) alle 21:10 va in onda un film che non è solo cinema: è una storia di carne, fuoco e redenzione.
“Machine Gun Preacher” è ispirato alla vera vicenda di Sam Childers, ex tossicodipendente e motociclista violento diventato missionario armato nel cuore dell’Africa. Il protagonista ha un volto noto: Gerard Butler, che qui offre una delle interpretazioni più intense della sua carriera. Accanto a lui una solida Michelle Monaghan, nei panni della moglie Lynn, e Michael Shannon in un ruolo sorprendente.
Il film è diretto da Marc Forster, regista di Neverland e Quantum of Solace, e tratto dal libro autobiografico “Another Man’s War” dello stesso Childers. Butler non è solo attore: è anche produttore esecutivo. Ha voluto raccontare questa storia perché, come lui stesso ha detto, “non si può restare indifferenti quando la fede si sporca le mani per salvare i bambini”.
Sam Childers vive in Pennsylvania. Dopo il carcere e una conversione spirituale, scopre la sua vera missione in Uganda e Sudan. Lì, i bambini vengono rapiti e trasformati in soldati dal Lord’s Resistance Army di Joseph Kony. La svolta arriva quando Sam, sconvolto dalla violenza, decide di fondare un orfanotrofio. Ma non si limita a costruire un rifugio: impugna le armi per difenderlo. Da lì nasce il soprannome: “Machine Gun Preacher”.
Quella di Childers è una vicenda che scuote. Per alcuni è un eroe. Per altri un uomo pericoloso che ha oltrepassato ogni limite. Ha salvato centinaia di bambini. Ma il suo metodo – unire preghiera e fucile – ha acceso polemiche tra ONG internazionali e media. Molti si chiedono: può la violenza essere giusta, se serve a proteggere gli innocenti? Il film non dà risposte facili. Ti mette di fronte a una scelta interiore.
La forza di Machine Gun Preacher sta tutta lì: ti costringe a prendere posizione. E non sempre dalla parte comoda. Il personaggio di Sam è crudo, a volte brutale. Ma anche profondamente umano. Il dolore che porta dentro non lo annienta: lo trasforma in azione. Accanto a lui, la moglie Lynn cerca di mantenere la famiglia unita. La sua fede è diversa: silenziosa, tenace. La loro relazione è il cuore emotivo del film.
La colonna sonora include “The Keeper” di Chris Cornell, brano candidato al Golden Globe 2012. Una canzone struggente, che racconta la solitudine del sacrificio. Il film è stato anche nominato ai Guild of Music Supervisors Awards per la supervisione musicale in una produzione oltre i 20 milioni di dollari.
In Italia, Machine Gun Preacher non è mai passato in sala. È arrivato direttamente in home video. Un’ingiustizia per una storia così potente. Eppure, oggi hai la possibilità di recuperarlo. E di lasciarti colpire, nel profondo.
Non è un film d’azione qualsiasi. È un viaggio dentro la coscienza. Un’esplorazione dura di cosa significhi credere davvero in qualcosa. Sam Childers non è un santo. Ma ha scelto di agire, quando molti voltano lo sguardo. E lo ha fatto a modo suo.
“Machine Gun Preacher” ha lasciato un’impronta. Ha aperto la strada a personaggi controversi in biopic successivi. Ha riportato attenzione sui bambini soldato e sulle guerre dimenticate dell’Africa. Il film non ti racconta cosa pensare. Ti chiede solo di ascoltare. E forse, di capire. Stasera in tv, su Rai Movie, alle 21:10, questa storia vera torna a parlare. Non lasciarla passare inosservata. Non è solo un film. È un pugno allo stomaco. È la vita, nella sua forma più feroce.
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