Stasera in tv, su Canale 8 alle 21:40 va in onda “L’uomo sul treno – The Commuter”, un film che mescola tensione, etica e spettacolo. Diretto da Jaume Collet-Serra, interpretato da un intenso Liam Neeson, è una corsa contro il tempo che ha fatto il giro del mondo.
Uscito nel 2018, il film ha ricevuto nomination ai Golden Trailer Awards e ai National Film Awards UK. Ha incassato oltre 119 milioni di dollari nel mondo, confermando il suo impatto sul pubblico internazionale. In Italia, ha superato i 3 milioni di euro al botteghino. Un successo tutt’altro che scontato per un thriller claustrofobico ambientato tutto su un treno.
Ma questo non è solo un film d’azione. È una riflessione sul potere delle scelte. Un viaggio fisico e morale lungo una linea ferroviaria, ma anche dentro la coscienza di un uomo. E quell’uomo è Michael MacCauley, un pendolare qualunque. Ex poliziotto, ora assicuratore. Ogni giorno prende lo stesso treno da Tarrytown a Manhattan. Fino a quando, un giorno, tutto cambia. Sul treno incontra Joanna, interpretata da una magnetica Vera Farmiga. Gli propone un patto: trovare un passeggero sconosciuto, nome in codice “Prynne”, in cambio di 100.000 dollari. Una missione ambigua. Sembra un gioco. Ma è una trappola.
Nel cast ci sono anche Patrick Wilson, Sam Neill, Elizabeth McGovern, Jonathan Banks, Florence Pugh e Clara Lago. Una squadra solida, perfettamente calibrata. E una messa in scena curata nei dettagli: il treno è stato interamente ricostruito in studio. Gli esterni sono effetti visivi realizzati da Cinesite, lo studio dietro molte produzioni hollywoodiane. Il regista Jaume Collet-Serra e Liam Neeson avevano già lavorato insieme in Unknown, Non-Stop e Run All Night. Ma qui cambia tutto. Niente più eroi d’acciaio. Solo un uomo comune, spinto a reagire.
“L’uomo sul treno” non è solo un esercizio di stile o una macchina di suspense. È un film che ti costringe a chiederti: e io, cosa farei al suo posto? Quando Michael scopre che la vita dei passeggeri è in pericolo, la sua corsa cambia direzione. Non è più una caccia. È una lotta per la verità. Il treno diventa una metafora della società. Stretti gli uni agli altri, tutti in viaggio, nessuno davvero al sicuro. È una delle rare volte in cui il thriller si fa intimo e collettivo insieme. L’azione esplode, ma sempre al servizio della storia. Ogni scelta ha un peso. Ogni volto è un enigma. Ogni sguardo, un indizio.
Il film raccoglie l’eredità di Alfred Hitchcock e ha aperto la strada a tanti altri action-thriller contemporanei che mettono al centro uomini comuni in situazioni straordinarie. È uno spartiacque del genere. Liam Neeson offre una delle sue performance più credibili. Niente muscoli. Solo umanità. Solo paura. Solo determinazione. Il pubblico lo ha amato anche per questo. Perché, per una volta, l’eroe ha la faccia stanca. E il cuore pieno di dubbi.
Oggi, nella giungla dei contenuti on demand, film come questo hanno un’altra forza: l’irripetibilità del momento televisivo. È l’occasione perfetta per riscoprire un cinema che fa battere il cuore. Che ti fa restare seduto, in silenzio, fino all’ultimo minuto. Stasera in tv alle 21:40 su Canale 8 passa “L’uomo sul treno”. Se non lo hai mai visto, è il momento giusto. Se lo hai già visto, ti sorprenderà di nuovo. Perché ogni corsa, in fondo, è diversa. E ogni eroe, prima o poi, prende posto. Anche accanto a te.
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