Una crociera di lusso, un naufragio sociale, e un finale sospeso tra il potere e la sopravvivenza: stasera in tv su Cielo, alle 21:20, va in onda Triangle of Sadness, il film vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes 2022.
Dietro la macchina da presa c’è Ruben Östlund, regista svedese già premiato per The Square. Qui firma la sua prima opera in lingua inglese. Una commedia nera che ha scioccato la critica e diviso il pubblico. Satira tagliente, disuguaglianza sociale, estetica del potere: tutto si mescola in un racconto feroce e straniante. Nel cast: Harris Dickinson e Charlbi Dean sono Carl e Yaya, coppia di modelli e influencer. Con loro, Dolly De Leon (Abigail), Woody Harrelson (il capitano), Zlatko Burić, Vicki Berlin, Henrik Dorsin e Sunnyi Melles.
Triangle of Sadness è stato nominato agli Oscar 2023 in tre categorie: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura Originale. Ha vinto premi in tutta Europa. Ma è più di un film premiato. È un atto di accusa contro il privilegio. Un racconto disturbante che non ti consola. Ti costringe a guardare.
All’inizio sembra una commedia elegante. I due protagonisti Carl e Yaya si muovono tra eventi esclusivi, contratti di sponsorizzazione e scatti Instagram. La bellezza è potere, ma è anche prigione. Ma Carl è insicuro, il rapporto si incrina. Poi arriva l’invito: una crociera di lusso nei Caraibi. Sulla nave si mescolano figure grottesche: un oligarca russo, una coppia di fabbricanti di mine antiuomo, un magnate dell’informatica. Il capitano beve e cita Marx. Tutto è assurdo. Tutto è perfetto.
Ma il mare cambia le regole. Una tempesta violentissima scatena il caos. La scena della cena diventa cult: vomito, panico, lusso che si sbriciola. Poi l’attacco dei pirati. Naufragio. E si apre un nuovo atto. Sull’isola deserta, i ruoli si ribaltano. I ricchi non sanno sopravvivere. L’unica con competenze pratiche è Abigail, un’inserviente filippina. Caccia, cucina, gestisce. Comanda. Diventa la nuova regina del mondo.
Il potere si sposta. E diventa inquietante. I ricchi accettano qualsiasi cosa pur di avere del cibo. Abigail conquista rispetto, poi obbedienza. Il film mette in scena una distopia realistica, crudele ma possibile. Il finale è uno dei più ambigui e potenti degli ultimi anni. Yaya e Abigail scoprono che l’isola è collegata a un resort. Salvezza? O illusione? Abigail ha una pietra in mano. E una scelta da fare. Lo schermo diventa nero. Lo spettatore resta lì, sospeso.
Il titolo si riferisce alla triangle of sadness, la zona tra le sopracciglia. È il punto dove si concentrano le rughe d’espressione, lo stress. Nel film è una metafora della crisi, dell’identità, della perdita di controllo. Charlbi Dean, straordinaria nel ruolo di Yaya, è scomparsa poco dopo l’uscita del film. Un evento che ha reso l’opera ancora più densa di significato e tristezza.
Östlund ha creato un film che ha influenzato il cinema europeo e internazionale. Ha spinto altri registi a esplorare i rapporti tra classi sociali, potere e sopravvivenza. Inoltre ha ridato voce ai personaggi femminili marginali e ha aperto un dibattito sulla rappresentazione del privilegio sullo schermo. Triangle of Sadness è una prova che il cinema può ancora sconvolgere. Senza effetti speciali. Solo con la verità.
Stasera in tv – se hai già guardato un capolavoro con Marilyn Monroe, non perdere l’occasione di guardare Triangle of Sadness su Cielo. È un viaggio che inizia con un sorriso e finisce con un colpo allo stomaco.
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