Stasera in tv Robert De Niro davanti allo specchio. Uno sguardo vuoto, la frase che ha fatto la storia: “You talkin’ to me?”. Era il 1976, Martin Scorsese aveva appena girato Taxi Driver. Un film che avrebbe cambiato il modo di raccontare la solitudine, la rabbia e la follia. Oggi, domenica 11 maggio, va in onda su Rai Movie alle 21:10. E ancora brucia. Di più: ci costringe a guardarci dentro.
New York, anni Settanta. La città è sporca, violenta, decadente. Un luogo che sembra l’inferno. È qui che si muove Travis Bickle, ex marine reduce dal Vietnam, insonne cronico, uomo rotto. Lo interpreta un De Niro strabiliante, in uno dei ruoli più estremi mai visti sullo schermo. Travis guida il suo taxi di notte. Osserva, scrive, si chiude. Non riesce a parlare con nessuno. Non capisce più il mondo. E il mondo, forse, non capisce più lui.
Entra in scena Betsy (una perfetta Cybill Shepherd), bionda e composta, assistente del senatore Charles Palantine. Travis la corteggia, la idealizza, la perde. Poi si fissa su Iris, una ragazzina prostituta. Ha 13 anni, la interpreta Jodie Foster. È qui che il film cambia tono. Diventa una discesa nel caos. Quando tutto crolla, Travis prende una decisione: salvare Iris, a ogni costo. Compra pistole, si rade una mohawk, si prepara a uccidere. Prima Palantine, poi chi sfrutta Iris. E alla fine lo fa, con una violenza glaciale, senza redenzione vera. Ma per i media è un eroe. Travis torna alla guida del suo taxi. Ma noi, spettatori, non siamo più gli stessi.
Taxi Driver non è solo un film. È una ferita aperta. Ha vinto la Palma d’Oro a Cannes, ha ricevuto 4 nomination agli Oscar (ma nessuna vittoria), ha consacrato Scorsese come uno dei registi più audaci di sempre. La colonna sonora, firmata da Bernard Herrmann, è un urlo jazz, dolce e spaventoso. Ci sono curiosità che lo rendono ancora più grande. De Niro guidò davvero un taxi per prepararsi. La battuta più celebre fu improvvisata. Harvey Keitel, che interpreta il protettore di Iris, si confrontò con veri pappagalli di Hell’s Kitchen. E le scene più forti con Jodie Foster furono girate usando sua sorella come controfigura.
Il personaggio di Travis Bickle è diventato simbolo dell’alienazione moderna. Ha ispirato Joker di Todd Phillips, ma anche film come Fight Club, Drive, L’Odio. Oggi Taxi Driver è ancora studiato nelle scuole di cinema. Non solo per lo stile visivo, ma per la sua forza narrativa. Perché mette in scena ciò che di solito si nasconde. Il disagio, la rabbia, il vuoto. E lo fa senza giudicare, senza offrire soluzioni facili.
Martin Scorsese e Robert De Niro, da quel momento, formeranno una delle coppie più potenti della storia del cinema. Il film è l’inizio di un sodalizio che ci darà altri capolavori, come Casinò, Toro scatenato e The Irishman. Se non l’hai mai visto, questa è l’occasione. Se lo conosci a memoria, riguardalo. Perché Taxi Driver non invecchia. Non si spegne. Ti resta addosso. E stasera in tv, su Rai Movie, torna a chiederti: “You talkin’ to me?”
Stasera su RaiPlay potreste lasciarvi travolgere dalla magia di Eduardo De Filippo. Infatti, Maria Vera…
Netflix propone ogni giorno migliaia di contenuti ai suoi utenti. Tra film e serie tv,…
Aurora Ramazzotti e i consigli per far crescere una pianta di avocado in casa: ecco…
Il Paradiso delle Signore è uno dei prodotti più amati della Rai. Nato come fiction…
Uno dei film più amati e osannati di Ridley Scott, risorge oggi per una giustissima…
Tra le migliori serie turche del momento, accanto a La notte nel cuore, La forza…