Stasera in tv un colossal da 189 milioni: incassi da record e leggenda del cinema action.
Non servono conoscenze pregresse, né recuperi lampo su Wikipedia. Il film che Italia 1 manda in onda stasera è un’esplosione di adrenalina a sé stante. È Rambo III, ma non lasciarti spaventare dal numero: si può vedere e comprendere perfettamente anche senza aver seguito i primi due. Ed è proprio questo uno dei suoi punti forti. La pellicola, diretta da Peter MacDonald e uscita nel 1988, segna il ritorno sullo schermo di Sylvester Stallone nei panni dell’iconico John Rambo, ormai ritirato in un monastero buddista in Thailandia. Ma la pace dura poco.
Quando il suo amico e mentore, il colonnello Trautman (interpretato da Richard Crenna), viene catturato dai sovietici durante una missione in Afghanistan, Rambo torna a fare quello che sa fare meglio: la guerra. Con un budget faraonico da 63 milioni di dollari, Rambo III è stato il film più costoso della sua epoca. Ma non si è trattato solo di soldi: parliamo di effetti speciali clamorosi, sequenze d’azione coreografate al millimetro e un finale così epico da essere ancora oggi omaggiato e parodiato (ricordi Hot Shots! 2?).
A differenza dei primi due capitoli, qui non serve conoscere il passato traumatico del veterano del Vietnam. La storia si regge su un binario chiaro e lineare: Rambo contro l’esercito sovietico, per salvare l’amico. Le motivazioni sono universali, lealtà, giustizia, vendetta, e il film introduce rapidamente i personaggi chiave, senza perdere tempo in spiegazioni complicate. È un film pensato per far parlare le immagini: esplosioni, sparatorie, inseguimenti nel deserto, battaglie con elicotteri e carri armati. Tutto gira attorno al carisma granitico di Stallone, che con poche parole e moltissimi muscoli trascina lo spettatore in un’avventura iperbolica.
Nonostante la critica fredda, il pubblico ha premiato lo spettacolo: 189 milioni di dollari al botteghino mondiale, di cui 135 milioni solo fuori dagli USA. Numeri giganteschi per l’epoca, che certificano il fascino globale di un personaggio diventato leggenda. Il contesto storico è particolare: il film uscì mentre l’URSS stava ritirandosi dall’Afghanistan, quindi i mujaheddin, alleati di Rambo nel film, venivano visti come eroi della libertà. Un dettaglio che oggi suscita riflessioni, ma che nel 1988 contribuì a rendere il film un pezzo unico della cultura pop. In un’epoca dominata da effetti digitali, c’è qualcosa di affascinante nei film che fanno tutto “sul serio”. Ogni esplosione, ogni stunt, ogni corsa a cavallo nel deserto è vera. Il sudore, il fango, la tensione si sentono sulla pelle. Ed è questo che rende Rambo III un cult: un esempio di cinema muscolare, fisico, senza filtri. Ecco perché stasera, anche se non hai mai visto un solo minuto della saga, devi dargli una chance. Perché a volte, la leggenda inizia dal terzo atto.
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