Non solo Conclave: film su Netflix da manuale (con lo stesso protagonista)

Dopo Conclave, è il momento di (ri)scoprire La nave sepolta: il gioiello sommerso di Netflix con Ralph Fiennes.

C’è un momento in cui il talento di un attore si trasforma in patrimonio. Succede quando, a distanza di anni, ogni sua interpretazione sembra anticipare quella successiva. E se Conclave, su Netflix, è oggi il film che sta riportando Ralph Fiennes sotto i riflettori con una performance solenne, intensa, traboccante di tensione morale, è impossibile non guardarsi indietro e (ri)scoprire La nave sepolta. Anche questo film, distribuito da Netflix nel 2021, contiene una lezione sulla grandezza silenziosa, quella che non urla ma scava. Letteralmente. In Conclave, diretto da Edward Berger, Fiennes interpreta il cardinale Thomas Lawrence: un uomo di chiesa che si muove tra le mura del Vaticano come un’anima in bilico, costretto a scegliere tra verità e compromesso durante l’elezione del nuovo Papa.

conclave
Ralph Fiennes prima di Conclave in La nave sepolta su Netflix

È un ruolo complesso, carico di ambiguità e silenzi, in cui l’attore inglese dà il meglio di sé con una recitazione fatta di esitazioni, sguardi obliqui, cenni impercettibili. Nessun gesto è lasciato al caso, soprattutto sul finale. Ogni parola pesa. Eppure, tre anni prima, Fiennes aveva già scolpito un personaggio straordinario in un contesto del tutto diverso. In La nave sepolta (The Dig), per la regia di Simon Stone, interpreta Basil Brown, archeologo autodidatta e uomo d’altri tempi. È lui a condurre gli scavi nel terreno della signora Edith Pretty (Carey Mulligan), nel Suffolk alla vigilia della Seconda guerra mondiale. È lui a scoprire, sotto metri di terra e indifferenza, una nave funeraria anglosassone del VII secolo: il più grande ritrovamento archeologico della storia britannica moderna.

Conclave è solo l’inizio: riscopri questo gioiello con Ralph Fiennes su Netflix

Il parallelo tra i due film è inevitabile. Se Conclave è potere, pressione, fede e politica, La nave sepolta è silenzio, dedizione, umiltà. In entrambi i casi, Ralph Fiennes scava: nel primo nei segreti della Chiesa, nel secondo nella terra e nell’anima di un’epoca che si dissolve. La sua forza è la sottrazione. Fiennes non si impone mai: suggerisce. Il suo Basil Brown è un uomo che lotta contro lo snobismo accademico, contro i soprusi dell’arroganza istituzionale, ma lo fa con dignità e rigore. Non ha bisogno di ribellarsi: ha ragione. Guardare La nave sepolta oggi, dopo Conclave, è come leggere un romanzo sapendo già come finirà. Si colgono meglio i dettagli, si apprezzano le pause, si percepisce la coerenza artistica di un attore che, anno dopo anno, ha affinato la sua arte fino a renderla inconfondibile.

Il lavoro di Fiennes nei due film crea una geografia dell’interiorità maschile: dall’uomo semplice che scava nella terra all’uomo potente che scava in se stesso. Entrambi fanno i conti con il proprio ruolo nel mondo, con il tempo che corre e con ciò che resterà. A distanza di anni, La nave sepolta conserva un’eleganza che pochi film Netflix possono vantare. La regia sobria, la fotografia morbida, le musiche discrete ma struggenti. Ma soprattutto, quell’interpretazione calibrata, toccante, ancora oggi insuperata. E forse è proprio questo il senso ultimo del cinema di Ralph Fiennes: l’arte della profondità. Che si parli di archeologia o di teologia, di scavi nel terreno o nell’anima, l’attore inglese riesce sempre a restituire densità, complessità, verità. Guardare Conclave e poi La nave sepolta non è solo un esercizio di confronto: è un viaggio nell’evoluzione di un talento. E, con ogni probabilità, nella memoria di un’epoca che ha ancora molto da insegnarci.

Lascia un commento