Luca Argentero ha finalmente detto la sua su Doc America, il remake statunitense della celebre serie Doc – Nelle tue mani. E lo ha fatto con parole che lasciano il segno.
L’attore torinese, volto amatissimo del piccolo schermo, si è espresso per la prima volta sulla versione americana della serie che lo ha consacrato. E non ha nascosto l’emozione. Si è dichiarato molto orgoglioso del fatto che Doc abbia generato il remake americano. Una frase semplice, ma potente. Che racconta più di mille discorsi. La serie statunitense, intitolata semplicemente Doc, ha debuttato a gennaio su Fox. In America è già stata rinnovata per una seconda stagione grazie agli ottimi ascolti.
In Italia arriverà in prima serata su Rai 1 il 28 maggio 2025, con tutti gli episodi disponibili anche su RaiPlay. I fan italiani sono pronti a scoprire un volto tutto nuovo di una storia che conoscono a memoria. La protagonista si chiama Amy Larsen, ed è interpretata da Molly Parker. È il nuovo dottor Fanti. O meglio, la nuova.
Amy è un primario di medicina interna che, dopo un terribile incidente d’auto, si risveglia senza memoria degli ultimi otto anni. È fragile, forte, spiazzata. Come lo era Andrea Fanti. Ma anche diversa. Luca Argentero ha definito bella la scelta della produzione americana di ribaltare il punto di vista da maschile a femminile. Una frase che apre a riflessioni profonde. E che mostra quanto l’attore sia pronto a passare il testimone con eleganza.
Non era scontato che Argentero parlasse. E non era scontato che lo facesse con questo tono. Nessuna rivendicazione. Solo stupore e fierezza. L’attore ha aggiunto che quella del remake amercano è una cosa molto rara e che nessuno di coloro che compongono il cast se lo aspettava. Quasi a voler sottolineare che il successo di Doc ha superato ogni confine. E ogni aspettativa. La serie americana non si limita a cambiare genere al protagonista. Cambia tutto. Cambia città fino a Minneapolis. Cambia dinamiche. Cambia toni.
Se Doc – Nelle tue mani era intimo, emotivo, quasi europeo, Doc America è più vicino ai medical drama americani come Grey’s Anatomy o The Good Doctor. La memoria perduta riguarda otto anni e non dodici. La protagonista si ritrova divorziata. La figlia è adolescente. Gli amici, i colleghi, le relazioni si fanno più stratificate. Ci sono personaggi chiave attorno a lei: Michael Hamda, Gina Walker, Jake Heller, Sonya Maitra, Richard Miller e TJ Coleman. Ogni figura porta conflitti nuovi. Temi nuovi.
Ma al centro resta la stessa domanda: chi sei, se non ricordi chi eri? Luca Argentero non entra nel merito tecnico. Ma il suo silenzio – finalmente rotto – ha un valore forte. Perché riconoscere l’importanza di un remake, quando si è stati il volto dell’originale, non è da tutti. È un atto di generosità. È un passaggio simbolico. È il modo più sincero per dire: questa storia può vivere anche senza di me.
Chi ha amato Andrea Fanti potrà forse amare anche Amy Larsen. Non sarà lo stesso viaggio, ma potrà essere ugualmente intenso. Perché in fondo, Doc non è solo un nome. È una ferita, una rinascita. Un modo di tornare alla vita. E questo, Luca Argentero, lo ha capito meglio di chiunque altro.
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