Pierfrancesco Favino torna con Il Maestro: un film che parla dritto al cuore di chi ha sbagliato, lottato e ricominciato.
C’è un momento nella vita in cui tutti ci sentiamo come Raul Gatti. Con le spalle curve sotto il peso dei sogni mancati. Con gli occhi lucidi per quello che sarebbe potuto essere. Con la voglia matta di dare, per una volta, tutto quello che abbiamo dentro. Pierfrancesco Favino è pronto a regalarci uno dei suoi ruoli più potenti, più fragili, più umani dopo performance di altissimo impatto. Nel nuovo film Il Maestro, diretto da Andrea Di Stefano, Favino interpreta Raul Gatti, un ex tennista che ha conosciuto il sapore amaro del fallimento. Non quello delle classifiche, ma quello personale, che ti segna la pelle e ti cambia il tono della voce. Dopo anni passati lontano dai riflettori, Raul viene chiamato ad allenare Felice, un tredicenne timido e impaurito, costretto a brillare per forza.
Dietro di lui, un padre esigente e un futuro scritto da altri. Raul e Felice non hanno nulla in comune, eppure finiscono per riconoscersi. Per curarsi a vicenda. Perché anche gli adulti, a volte, hanno bisogno di qualcuno che creda in loro. Il film si snoda lungo un’estate fatta di tornei, pioggia, silenzi e gesti piccoli. Le città di mare, i campi da tennis improvvisati, i pranzi consumati in fretta tra un match e l’altro fanno da sfondo a un racconto delicato e struggente.
Raul non insegna solo a vincere. Insegna a perdere con dignità. A dire “non ce la faccio” senza vergogna. A guardarsi allo specchio e provare, un giorno alla volta, ad assomigliare alla persona che si voleva diventare.
L’interpretazione di Pierfrancesco Favino ha già conquistato chi ha avuto modo di vedere le prime immagini del film. Lo sguardo disilluso, la voce ruvida, le mani sempre sporche di vita vera: Il Maestro è uno di quei ruoli che arrivano una volta ogni dieci anni. Favino non recita. Respira Raul Gatti. Lo porta sulle spalle con tutta la sua stanchezza, la sua rabbia, il suo cuore ferito. Non ci sono effetti speciali. Non ci sono colpi di scena. C’è la vita. Quella vera. C’è la storia di chi si è rotto e ha trovato il coraggio di ricomporsi, la tenerezza di un ragazzino che non ha mai saputo cosa voglia dire “giocare”. C’è il dolore sottile di chi ha creduto nei propri sogni, e poi ha dovuto seppellirli in silenzio.
Ma soprattutto, c’è la bellezza di un legame che nasce dove meno te lo aspetti. Tra due persone che non dovevano incontrarsi. E invece si salvano. Un film che parla a ognuno di noi. Il Maestro è molto più di un film sul tennis. È un racconto intimo sul coraggio di cambiare, sull’importanza di fermarsi e dire: “Posso ancora farcela”. È un film per chi ha amato troppo tardi. Per chi si è sentito sbagliato. Per chi ha cercato un padre, un figlio, o semplicemente un motivo per andare avanti. Il nuovo capolavoro di Favino è pronto a colpire il cuore di un’Italia intera. Preparati a piangere. Preparati a sentire. Perché stavolta, sul campo, si gioca la partita più importante: quella con sé stessi.
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