Rocco Schiavone non molla: il ritorno che nessuno si aspettava su Rai 2

Il ritorno di un cult assoluto: perché Rocco Schiavone e Marco Giallini continuano a conquistarci.

Aosta non è solo neve, silenzio e montagne. Da qualche anno, è anche il teatro delle indagini più amare e umane della televisione italiana. Stiamo parlando di Rocco Schiavone, la serie che ha riscritto le regole del poliziesco in Italia, portando sul piccolo schermo un personaggio che non cerca di piacere, ma conquista proprio per questo. Duro, ironico, disilluso. Rocco non fa sconti, a nessuno, nemmeno a sé stesso. Un uomo che convive con i suoi fantasmi, primo tra tutti quello della moglie Marina, che continua a vivere nei suoi pensieri.

Non è un eroe da fiction: fuma spinelli, trucca prove, non sopporta le regole. Eppure, ha un’umanità che trapela da ogni parola tagliente, da ogni silenzio, da ogni sguardo perso nel vuoto innevato di Aosta. La forza della serie sta tutta lì: un protagonista che è un antieroe autentico, lontano anni luce dagli investigatori infallibili e rassicuranti delle fiction italiane. E poi c’è lui, Marco Giallini, che ha letteralmente cucito addosso il personaggio, regalandoci una delle interpretazioni più intense e credibili degli ultimi anni.

Tornano le stagioni 3, 4 e 5 di Rocco Schiavone su Rai 2: ecco quando

È ufficiale: Rai 2 riproporrà in replica la terza, quarta e quinta stagione di Rocco Schiavone a partire dal 9 luglio. Una scelta che dimostra quanto la serie continui ad avere un seguito fedele e appassionato. E non è solo una mossa estiva per riempire il palinsesto: è un ritorno atteso, quasi richiesto, da chi ha amato e ama ancora questo vicequestore fuori dagli schemi. Le stagioni selezionate non sono casuali. Raccontano l’evoluzione più drammatica e complessa del personaggio: il rapporto con il passato, l’incapacità di lasciar andare Marina, la solitudine, le nuove indagini sempre più coinvolgenti. Ogni episodio è un frammento di esistenza, più che un semplice caso da risolvere.

rocco schiavone
Marco Giallini nei panni di Rocco Schiavone

Il pubblico non ha mai dimenticato Rocco Schiavone. Anche oggi, a distanza di anni dalla prima stagione, la serie continua a essere oggetto di maratone, commenti sui social, approfondimenti nei blog. Il merito è di una scrittura asciutta e potente, capace di raccontare il male senza compiacimenti, di usare l’ironia come strumento per sopravvivere, di restituire al genere crime italiano un’anima più autentica e contemporanea. E poi c’è l’ambientazione: Aosta innevata, cupa, malinconica, diventa un personaggio essa stessa. Una cornice insolita, perfetta per rappresentare l’inverno dell’anima di Schiavone. E c’è il dolore, mai esibito, ma sempre presente. Come un sottofondo costante, che accompagna ogni battuta, ogni passo, ogni indagine.

Lascia un commento