Assassinio a Villa Borghese: la nuova fiction Rai che punta a sorprendere ( e non è Montalbano).
Arriva su Rai la nuova fiction Assassinio a Villa Borghese, una produzione firmata Palomar, che promette di rinfrescare il panorama del giallo televisivo italiano. Al centro della serie c’è il commissario Buonvino, interpretato da Giorgio Marchesi, un poliziotto “in disgrazia” trasferito in uno dei luoghi più affascinanti di Roma: Villa Borghese. Qui, in un commissariato del tutto atipico, prende forma una squadra improbabile composta da sette agenti con una carriera tutt’altro che brillante. La regia è affidata a Milena Cocozza, e la sceneggiatura si ispira all’omonimo romanzo di Walter Veltroni, che ha creato un mix originale tra giallo, commedia e dichiarazione d’amore a Roma.
Il tono? Lontano dalle atmosfere cupe a cui la fiction poliziesca Rai ci ha abituati: si ride, si riflette, e si guarda la capitale con occhi nuovi. Chi teme di trovarsi di fronte a una copia riveduta e corretta dei grandi successi Rai come Il commissario Montalbano o Il commissario Ricciardi, può tirare un sospiro di sollievo. Assassinio a Villa Borghese gioca in un campionato tutto suo, con premesse solide e uno stile che si distingue fin dai primi fotogrammi. Dimentica la malinconia esistenziale di Ricciardi e il realismo tagliente di Montalbano. Buonvino e la sua squadra portano sullo schermo una leggerezza che non scade mai nella superficialità. Le indagini si muovono tra colpi di scena e ironia, in un clima che punta più alla sorpresa e all’umanità che alla tensione drammatica.
Villa Borghese è più di una location: le prime anticipazioni sul nuovo commissario Rai dopo Montalbano
Nessuna campagna siciliana o Napoli anni ’30. Qui il cuore della storia è Villa Borghese, un parco urbano carico di storia, arte e poesia, che diventa coprotagonista della serie. La regia la restituisce in tutta la sua bellezza e complessità: un mondo a parte in cui convivono bellezza e mistero. Buonvino non è un eroe solitario, non è tormentato da visioni come Ricciardi e non ha la sicurezza burbera di Montalbano. È un uomo che ha sbagliato, che viene riassegnato in un posto che sembra un castigo. Ma è proprio lì, con agenti “scartati” e dinamiche tragicomiche, che nasce qualcosa di nuovo: una squadra che cresce insieme, tra goffaggini e intuizioni geniali, in un racconto corale che guarda alla commedia italiana con rispetto e freschezza.

Tratto da un romanzo pensato come un giallo agile e pieno di umorismo, la fiction mantiene questo spirito anche sul piccolo schermo. Gli episodi si sviluppano con ritmo rapido, alternando il mistero delle indagini a momenti più intimi e leggeri. Un format che si presta bene a un pubblico trasversale, curioso e desideroso di storie nuove. Assassinio a Villa Borghese ha tutte le carte in regola per diventare la sorpresa dell’anno: un poliziesco sui generis, che non cerca paragoni ma costruisce una propria identità. Il fascino di Roma, l’umanità dei personaggi e la scrittura brillante promettono di conquistare chi ha amato le grandi fiction Rai, ma anche chi cerca qualcosa di autentico e imprevedibile. Il conto alla rovescia è partito. E questa volta, Villa Borghese sarà più che mai sotto i riflettori.
