Ad Amici 24 non si parla d’altro: Nicolò Filippucci, uno dei concorrenti più amati, emoziona tutti anche con il suo inedito Cuore Bucato. Con il suo talento e la sua voce intensa, il giovane artista si è confermato una delle più grandi rivelazioni di questa edizione.
Nato a Corciano, in provincia di Perugia, nel 2006, Nicolò ha iniziato a suonare la chitarra a soli sette anni. A nove, era già parte del coro di voci bianche del Conservatorio Morlacchi. Prima di approdare ad Amici, aveva già conquistato riconoscimenti come il premio Guerriero – Città di Ronciglione dedicato a Marco Mengoni e il secondo posto al concorso internazionale NYCanta a New York.
Ora, sul palco più famoso d’Italia, Nicolò sta mostrando tutta la sua crescita artistica. Dopo Non mi dimenticherò e Yin e Yang, è arrivato Cuore Bucato, una ballad pop-rock intensa e dolorosa. Il brano, scritto insieme a Giordana Angi e prodotto da Giordana con Francesco Luzzi, racconta la sofferenza per una storia d’amore finita. Il “cuore bucato” diventa simbolo di una ferita profonda che non si rimargina. Il testo, forte e diretto, descrive il dolore e il bisogno di rinascere. E la voce di Nicolò, capace di passare da toni delicati a esplosioni emotive, rende tutto ancora più vero e struggente.
Tra i tantissimi apprezzamenti ricevuti, però, spunta anche una curiosità. Ascoltando bene il ritornello di Cuore Bucato, si potrebbe notare una somiglianza musicale con un celebre brano internazionale. Non si parla assolutamente di plagio. Nessuna accusa, nessuna polemica aperta. Ma il giro armonico, la costruzione melodica del ritornello, sembrano richiamare per atmosfera una grande hit mondiale degli anni ’80.
Le sonorità ricordano vagamente quelle di Listen to Your Heart, celebre ballata pop-rock resa immortale dai Roxette, duo svedese che ha segnato una generazione. La somiglianza, se c’è, è nella struttura emotiva: quei ritornelli aperti, drammatici, che si alzano in crescendo come un urlo disperato verso il cielo.
In realtà, questo non può che essere visto come un omaggio involontario a quel modo di scrivere canzoni che non si limita a raccontare, ma fa vivere un sentimento sulla pelle di chi ascolta. Nicolò, in questo, ha dimostrato un talento raro. Riuscire a richiamare atmosfere così potenti a soli 18 anni è un pregio, non un difetto. La performance ad Amici 24 conferma tutto: standing ovation e consensi unanimi. Il giovane cantautore ha ancora tanto da dire. Se il suo “cuore bucato” ha saputo evocare i grandi classici della musica internazionale, allora il futuro che lo aspetta non potrà che essere luminoso. E forse, tra pochi anni, saranno altri giovani artisti a ispirarsi alle sue canzoni, proprio come oggi capita con i grandi maestri.
Nicolò Filippucci ha tutto: voce, scrittura, emozione. E con Cuore Bucato ha già inciso il suo primo segno profondo nella musica italiana.
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